Cassa integrazione, la Lombardia pronta a querelare l’INPS

Fontana - coronavirus

Una delle questioni più calde di questi ultimi giorni riguarda inevitabilmente i pagamenti della cassa integrazione: un sussidio partito con grandi promesse, ma al momento sembrerebbe che l’INPS non abbia i soldi per pagarla. È quello che, quantomeno, potrebbe sostenere Regione Lombardia, pronta a fare querela contro l’istituto di previdenza nazionale. Al centro, resta la questione dei drammatici ritardi dei pagamenti della cassa integrazione e di altri sussidi ai lavoratori, con il sistema che sarebbe entrato in una fase di stallo.

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La Lombardia, in realtà, non è l’unica regione italiana in cui sono stati registrati evidenti ritardi nei pagamenti della cassa integrazione, spesso dovuti a problemi burocratici che, va detto, non sono riconducibili certo soltanto all’INPS. Molte aziende attendono risconti per quanto riguarda il mero riconoscimento della cassa integrazione, mentre le domande restano bloccate e i lavoratori pretendono sempre di più delle risposte. Bollette, affitti e mutui arriveranno da pagare a fine mese e molte persone sono costrette a rimanere a casa, senza introiti. I ritardi dei pagamenti, insomma, a prescindere che siano imputabili o meno all’INPS, creano situazioni difficili in un momento già delicato.

Secondo alcuni esperti, infatti, parte dei ritardi sarebbero da attribuire alle stesse regioni, che non avrebbero trasmesso nei tempi dovuti e richieste di cassa integrazione: anche per questo, dal Piemonte alla Sicilia, ci sarebbero stati problemi gravi nei pagamenti dei lavoratori. In tutto questo, la burocrazia rappresenta un evidente ostacolo: come osservato da Regione Lombardia in una propria nota, sono settimane che si assiste a un quotidiano scaricabarile da parte dell’INPS sulle Regioni per giustificare i mancati pagamenti della cassa integrazione che il Governo aveva assicurato sarebbero avvenuti entro fine aprile.

Non sono chiari nemmeno i numeri che riguardano la Lombardia.Da un lato sembrerebbero esserci soltanto 37 domande di cui 33 autorizzate, dall’altro si parla di 19mila pratiche di cui ne sarebbero state autorizzate poco più di 6mila. Ma sono numeri che non convincono gli uffici di Regione Lombardia, che sostiene di aver trasmesso 48mila domande. Insomma, difficile dire di chi siano realmente le colpe di questa situazione.

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Sono accuse pesanti e ora la Lombardia è intenzionata a puntare il dito contro tutti i problemi relativi alle gestione della cassa integrazione da parte dell’INPS. Intanto, il governatore Fontana ha deciso di costituire un fondo regionale per favorire l’anticipazione delle indennità a tutti i lavoratori in cassa integrazione, inclusi quelli gestiti interamente dall’INPS.

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