Come già emerso da tempo, tra le ragioni dei ritardi nell’accreditare la cassa integrazione non ci sono soltanto le difficoltà burocratiche incontrate dagli uffici territoriali dell’INPS, ma anche errori commessi in fase di compilazione delle domande. L’ente è così intervenuto pubblicando sul proprio sito un messaggio per spiegare cosa fare in queste situazioni.
In particolare, infame di liquidazione, l’INPS ha potuto notare che in alcuni casi il codice fiscale del richiedente non corrispondeva con il codice fiscale dell’intestatario del conto corrente su cui accreditare il sussidio. Errori così impediscono di completare la transazione e pertanto la domanda, pur quando accolta e processata correttamente, non può essere conclusa con l’accredito della cassa integrazione.
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In una situazione di normalità, i lavoratori si vedrebbero costretti a fare da capo la domanda, chiedendo il supporto dell’azienda per cui si è dipendenti o del professionista che ha inoltrato la domanda. L’INPS ha però provveduto a fornire una procedura semplificata che possa aiutare gli inoccupati a ricevere comunque sussidio in breve termine.
In caso di errore, l’operatore INPS procederà all variazione della modalità di pagamento, provvedendo alla domiciliazione postale del sussidio. Dunque l’importo verrà accreditato presso i conti correnti di Poste Italiane, che si occuperà di avvisare il destinatario della somma con una raccomandata inviata a casa (sarà il datore di lavoro a fornire l’indirizzo di residenza).
Ricevuta la comunicazione, il lavoratore può recarsi presso qualsiasi ufficio postale in Italia con documento di riconoscimento in corso di validità per ritirare la somma. Se non si ricevono comunicazioni di alcun tipo né da INPS né da Poste Italiane, allora il lavoratore dovrà verificare lo stato del pagamento dal suo fascicolo previdenziale, accedendo all’area personale del sito con codice PIN o SPID, passando per “Fascicolo previdenziale del cittadino” e “Riepilogo pagamenti”.
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