Tra le novità che saranno presenti nel Decreto Rilancio, una di queste dovrebbe riguardare la cassa integrazione in deroga con l’obiettivo di anticipare le tempistiche dei pagamenti. Il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha infatti fatto sapere che generalmente ci vogliono dai quattro ai cinque mesi per i pagamenti della cassa integrazione in deroga, ma si tratta di un periodo troppo lungo in una situazione di emergenza come questa.
Per questa ragione, si sta valutando a una riforma nel Decreto con cui si affiderebbe maggior potere all’INPS: sarebbe proprio l’ente infatti a pagare direttamente la cassa integrazione in deroga, scavalcando il passaggio regionale e velocizzando i tempi.
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I ritardi a cui abbiamo assistito nel pagamento della casa integrazione hanno confermato che l’attuale sistema non è adeguato alle tempistiche richieste dall’emergenza. Per questo motivo, il Governo sta ora studiando la possibilità di autorizzare l’INPS per il pagamento diretto della cassa integrazione in deroga, che dunque arriverebbe previo raccordo diretto tra lavoratori e INPS, senza più coinvolgere le Regioni.
La Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha sottolineato in questi giorni che le difficoltà avute sono state dovute alla mole di domande ricevute, impossibili da gestire con le attuali procedure. Semplificare la burocrazia con un ampliamento dei poteri dell’INPS (come auspicato anche da alcuni Governatori regionali come quello dell’Emilia Romagna Bonaccini) potrebbe essere la soluzione.
Va sottolineato che anche se la novità dovesse essere inserita nel testo del Decreto Rilancio, non dovrebbero esserci cambiamenti per coloro che hanno già presentato domanda per la cassa integrazione in deroga. La nuova procedura, come spiegato da Boccia, sarà inapplicabile con per le richieste in corso.
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Quali potrebbero essere i risultati di una tale misura? Autorizzando l’INPS a pagare direttamente la cassa integrazione in deroga, si potrebbe assistere a un’effettiva e notevole riduzione delle tempistiche. Si potrebbe passare dagli attuali quattro, cinque mesi fino a un massimo di 60 giorni. Come spiegato dal Presidente dell’ente Tridico, secondo il sistema attuale una volta che l’INPS riceve le domande dalla Regione deve comunque attendere fino a un mese per conoscere le ore messe a riposo da parte delle imprese.