Cassazione riconosce i Casamonica come struttura criminale mafiosa

Dalla Corte di Cassazione arriva la conferma: l’attività dei Casamonica è mafia. La Corte ribadisce l’associazione mafiosa nel maxiprocesso al gruppo criminale della Capitale che vede alla sbarra una trentina di persone, vertici compresi.

Il riconoscimento di “mafia”

Accolto il ricorso del procuratore generale, è stato disposto un nuovo processo d’appello per la revisione della pena. Così a circa un anno dalla sentenza di primo grado, la Cassazione sancisce che il clan romano è una struttura criminale di stampo mafioso. La Cassazione ha anche confermato che c’è un’associazione parallela dedita allo spaccio di droga che collabora con l’associazione mafiosa.

Cosa cambia

Dichiarare la famiglia come una mafia, permette ai giudici condanne più lunghe e condizioni di isolamento per impedire la gestione degli “interessi” dal carcere. I Casamonica sono stati trattati per 40 anni come comuni ladri. “Perché Roma non voleva ammettere di avere un problema di mafia nostrana”, ha affermato Nello Trocchia, un giornalista che si occupa di mafia, autore di un libro sulla materia.

L’inizio

La famiglia si trasferì dalle montagne abruzzesi nella Capitale negli anni ’60. I Casamonica commerciavano cavalli ma poi si dedicarono allo spaccio di droga, che gli veniva fornita dalla ‘ndrangheta calabrese. Non c’era un capo e le famiglie gestivano i propri traffici, ma si supportavano a vicenda. Nel tempo hanno consolidato un forte potere e la prova è che la maggior parte dei testimoni chiamati nei processi si sono rifiutati di testimoniare.

I Casamonica salirono alla ribalta sotto la guida di Giuseppe (Bitalo) Casamonica, che grazie ai suoi traffici di cocaina finanziò uno stile di vita lussuoso. Amano il lusso, il gioco d’azzardo e riempiono le loro case di lampadari e finte statue romane. Un ufficiale di polizia ha detto: “Postano tutto sui social dicendo “noi siamo questo e nessuno può farci niente”. Amano esibire oggetti d’oro o color oro come troni, cornici, grandi soprammobili, statuine. L’ostentazione dello sfarzo è per loro significativa del potere.

Il passo falso

Secondo gli analisti del fenomeno e i giornalisti che seguono le loro vicende, hanno fatto un errore. Hanno attirato l’attenzione dei media e della magistratura, quando nel 2015 hanno organizzato un sontuoso funerale per Vittorio Casamonica. Una carrozza per la bara trainata da cavalli e un elicottero dal quale cadevano petali di fiori sulla bara, mentre una banda suonava le note del “Padrino”. Sulla chiesa una grande fotografia di lui vestito con paramenti papali e lo slogan il re di Roma.

La mafia dei Casamonica non è alle corde

Secondo Trocchia malgrado l’arresto dei vertici e di tanti altri componenti delle famiglie, è presto per stabilire che la “appena qualificata” nuova associazione mafiosa sia alle corde. “Dove sono i milioni che hanno guadagnato? Probabilmente investiti in alberghi, ristoranti, cliniche… E saranno fondamentali per la riorganizzazione del clan. E se riusciranno a ridurre la violenza, ci riusciranno”, conclude il giornalista.

Nella foto: il funerale di Vittorio Casamonica nel 2015

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