Cominciano a delinearsi sempre meglio e in maniera ancora più rafforzata i sostegni messi in campo dalle Casse private delle professioni ordinistiche per aiutare i propri iscritti ad affrontare l’emergenza Covid-19. Non soltanto il prestito con garanzia pubblica per i professionisti, ma anche nuovi strumenti alternativi di accesso al credito, con soltanto un pre-requisitio: la regolarità contributiva dell’iscritto.
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La Cassa commercialisti ha previsto contributi da un minimo di 500 euro a un contributo aumentabile per importi oltre i 10mila euro per riuscire a sostenere le spese di istruttoria per prestiti richiesti da propri iscritti con reddito inferiore ai 50mila euro fino a dicembre. Sono state attivate anche nuove convenzioni con Bnl e Bps: con quest’ultimo, anche i consulti del lavoro di Enpacl possono richiedere prestiti fino a 50mila euro (massimo 20% del volume di affari) con durata massima di 60 mesi a un tasso Irs del 2%.
Anche la Cassa Forense ha adottato un’impostazione simile: in questo caso, l’importo finanziabile per esigenze di liquidità sale al 30% del volume di affari IVA 2019, da autocertificare. La durata è di 18 mesi, di cui 6 di pre ammortamento, con rate mensili, al tasso fisso del 2%. Prevista anche la concessione di prestiti per acquisto di beni per attività finanziabili dietro presentazione di fatture, oltre a una convenzione con Bnl per esigenze di liquidità.
Per medici e dentisti, sarà previsto sia il Bonus 600 euro sia contributi fino a 3mila euro per chi dimostra dei cali nel fatturato di almeno un terzo. La delibera di Enpam, destinata a stanziare mille euro al mese per tre mesi per questa categoria, ha avuto il via libera dal Lavoro e presto cominceranno i pagamenti delle oltre 57mila richieste.
Per i consulenti del lavoro, anche per loro saranno previsti bonus aggiuntivi a quello di 600 euro INPS, dopo che l’assemblea Enpacl ha approvato di destinare al welfare tutta la quota riservata del contributo integrativo, circa 21 milioni. Il bonus statale di marzo dovrebbe alzarsi, grazie ai fondi della Cassa, da 600 a 1000 euro.
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Anche per i lavoratori autonomi e giovani professionisti che si sono appena iscritti alle Casse di appartenenza ci sarà la possibilità di accedere al Bonus 600 euro: a chiarirlo è stato il Ministero del Lavoro con un’apposita nota.
L’ostacolo principale riguardava il requisito di una dichiarazione presentata nel 2019, relativamente ai redditi del 2018, che finiva per escludere dal bonus gli iscritti nel 2019 e 2020. Ma il Ministero ha chiarito che l’indennità potrà essere riconosciuta anche ai lavoratori autonomi e professionisti che, in quanto iscritti agli enti previdenziali di appartenenza durante il 2019 o nei primi mesi del 2020, non possono vantare per l’anno di imposta 2018 un reddito derivante dall’esercizio della professione. Restano validi gli altri requisiti: i neoiscritti dovranno dunque dimostrare, sempre nel 2018, un reddito complessivo non superiore a 35mila euro o tra i 35mila e i 50mila, ,a con un calo del volume d’affari del 33% a causa dell’emergenza Covid-19, oltre all’obbligo di non essere iscritti ad altri enti di previdenza.