È da poco terminato l’incontro “Roma al lavoro”, un evento nella Capitale che si propone di mettere in contatto chi cerca e chi offre lavoro. L’iniziativa ha registrato un grande successo di adesioni. La giornata è stata, promossa da Roma Capitale e organizzata con la collaborazione della RETE C.O.L. della Direzione Formazione e Lavoro del dipartimento Scuola, Lavoro e Formazione Professionale.
Numeri entusiasmanti
L’incontro tra le aziende e i candidati si è tenuto questa mattina presso l’Università degli Studi Roma Tre. Si è registrata la partecipazione di oltre 3000 persone e 30 aziende. Queste imprese sono state individuate attraverso una manifestazione di interesse, in linea al rispetto dei contratti collettivi nazionali e alle norme di sicurezza sul lavoro. Nel corso della mattinata, sono risultate disponibili per i candidati circa mille posizioni aperte nelle aziende partecipanti.
Colloqui esplorativi
Le persone che sono intervenute come candidati ad una occupazione lavorativa, hanno potuto intraprendere dei colloqui di preselezione e presentare il proprio curriculum. Tutti i candidati hanno inoltre potuto confrontarsi direttamente con le imprese operanti nei settori più vari. Il bacino delle possibilità lavorative ha spaziato dall’alberghiero alla ristorazione, dal socio-sanitario all’informatica, dalla vendita alla logistica. Non sono poi mancate occasioni lavorative per il settore amministrativo, economico e finanziario.
Le faremo sapere
Sicuramente da “Roma al lavoro” scaturiranno molti contratti e l’auspicio è che questi siano o si traducano in posizioni stabili. A poco valgono, nel panorama occupazionale le formule di assunzione a tempo determinato, spesso anche per pochi mesi. Queste formule infatti, se da una parte consentono alle aziende di sopperire ai picchi di lavoro, non permettono al lavoratore una pianificazione stabile del proprio futuro. Un posto di lavoro è sempre motivo di soddisfazione. Quando questo però, si riduce al precariato o a un’occupazione a singhiozzo, è utile solo alle statistiche per mostrare che la disoccupazione cala. Già, cala… ma solo temporaneamente.
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