Condanna a 5 anni e mezzo di reclusione per il cardinale Becciu

L’accusa aveva chiesto oltre 7 anni. La sentenza al processo per lo scandalo dei fondi vaticani sentenzia 5 anni e mezzo di reclusione. I legali del cardinale dicono che è innocente e faranno ricorso.

Il processo

Gli anni di condanna richiesti, complessivi per tutti gli imputati, erano 73, oltre alle pene pecuniarie e interdittive. Un processo durato quasi due anni e mezzo, arrivato oggi alla conclusione con la lettura della sentenza del presidente del tribunale ed ex capo della procura di Roma, Giuseppe Pignatone.

Il procuratore Alessandro Diddi, il pm del Vaticano, aveva avanzato una richiesta di condanna per Angelo Becciu di 7 anni e tre mesi di reclusione. Il processo ha riguardato la compravendita del palazzo di Sloane Avenue a Londra e gli investimenti della Segreteria di Stato quando dal 2011 al 2018 Becciu era Sostituto e gestiva i fondi riservati.

Accuse pesanti

Il procuratore aveva parlato di perdite finanziarie tra i 139 e i 189 milioni di euro, provocate dalle operazioni del cardinale Becciu. Diddi ha definito la perdita “una voragine enorme” accusando il cardinale di aver interferito nelle indagini invece di collaborare coi magistrati, ricorrendo anche ai mezzi di comunicazione.

Il procuratore ha citato anche l’accusa di peculato inerente alla cooperativa sarda Spes, gestita dal fratello di Becciu. Ai 225 mila euro accreditati sul conto della Carita di Orzieri dalla Segreteria di Stato. Ai 575 mila euro trasferiti dai conti dello IOR a Cecilia Marogna per il ruolo di analista geopolitica, grazie all’amicizia con Becciu. I 575 mila euro avrebbero dovuto essere impiegati per liberare una suora colombiana sequestrata in Mali. Sono invece stati spesi per scopi personali e per soggiorni in lussuosi resort.

La reazione di Becciu

Il cardinale aveva replicato con fermezza e durezza alle accuse dicendo che il procuratore non avesse prove a sostegno. Gli avocati avevano definito la tesi di accusa come un racconto forte dal punto di vista mediatico ma senza logica.

Oggi hanno ribadito l’innocenza del cardinale Angelo Becciu e hanno annunciato che sebbene rispettano la sentenza, ricorreranno in appello.

L’aiuto negato dal Papa

Due anni fa, il 27 luglio 2021 iniziò il processo e nelle udienze è emerso che il cardinale aveva chiesto sostegno al Papa. Bergoglio però negò qualsiasi intervento in favore del cardinale e di non poter apporre il segreto pontificio su tali questioni. Becciu aveva anche registrato una conversazione avuta al telefono con Papa Francesco, senza che questi ne sapesse nulla, per ottenere un’approvazione che potesse scagionarlo.

Foto: vaticannews.va