Conoscere il territorio: Monterotondo Scalo
A volte ci sembra di conoscere molto bene la città, il territorio nel quale viviamo, ma è così?
Le nostre occupazioni, il lavoro, le relazioni interpersonali ci portano a frequentare sempre gli stessi posti, così siamo indotti a non prestare attenzione a quanto ci circonda nella vita di tutti i giorni, ciò ci estranea, e non rendendoci partecipi ci allontana anche dalle opportunità che la conoscenza del territorio può porgerci. Monterotondo, con l’articolazione dei suoi quartieri a volte distanti, che esprimono particolarità e vocazioni diverse se pur complementari, si presta bene alla considerazione espressa.
Lo “Scalo”
Tra i quartieri di Monterotondo ‘lo Scalo’ rappresenta certamente una importante realtà per la sua estensione, per il numero di abitanti, per le sue aggregazioni sociali, e per la sua posizione privilegiata sulle vie di comunicazione, ed è da considerare tutt’altro che una ‘periferia’ del centro città dal quale dista 3 chilometri.
Il nome ‘Scalo’ è da mettersi in relazione alla sua posizione di ‘approdo’ nei confronti di Monterotondo e dell’entroterra, e la linea ferroviaria Orte-Fiumicino rappresenta un asse portante delle comunicazioni del territorio, lo stesso dicasi per la ‘Salaria’, queste direttrici sono particolarmente importanti per il viaggio quotidiano dei ‘pendolari’ e il traffico turistico.
Stazione e dintorni …
Nei primi anni del 1900 il nucleo urbano si sviluppava solamente intorno alla stazione, sviluppandosi solo col passare del tempo. Dopo la Seconda guerra mondiale, negli anni tra il 50 e 60, si è avuto un grande incremento della popolazione e una espansione del centro abitato a cagione dell’insediamento di una fiorente attività industriale.
Ancora oggi abbiamo una testimonianza del mondo produttivo delle ’fornaci’, possiamo vedere il grande capannone lungo il lato “Tevere” della Salaria all’interno di Monterotondo Scalo, tutto di mattoni, con una grande scritta in alto “Lateritaliana”.
Dirimpetto, a questa fornace, vi era il grande stabilimento della SCAC, che produceva traversine ferroviarie e pali in cemento-armato, per tutti gli usi.
La Fornace Mariani ci appare ai lati della stazione con le sue finestre sventrate dalle quali si intravede l’azzurro del cielo e con i tetti che sono crollati. Alla fine dell’abitato di Monterotondo Scalo a ridosso del crocevia tra la Via Salaria e la Zona industriale, sorgeva la Ceramica Heretum.
Sempre nella zona della stazione oltre i binari si scorge una ciminiera, è quanto resta della Fornace Peruzzi.
Un po’ di storia
Le architetture industriali in disuso sono le testimonianze del lavoro di tanti anni fa, dove l’industria dei mattoni era tra le prime attività economiche di Monterotondo. Le fornaci prosperavano con la crescita urbanistica di Roma, poi arrivata la crisi petrolifera degli anni ’70 l’attività ha cominciato a rallentare ed alcune cave non in uso iniziarono ad essere riempite con materiali di risulta. Si riempirono anche d’acqua ed iniziano ad essere usati come laghetti per la pesca sportiva. La vicinanza del Tevere e le favorevoli condizioni ambientali hanno fatto in modo che 2 laghetti, chiamati di Semblera, originati dagli scavi per trarre l’argilla, sono diventati un’oasi ambientale popolata da molte specie di uccelli.
Per meglio tutelare il patrimonio ambientale il sito è stato dichiarato Monumento Naturale Nazionale.
Oggi
Attualmente Monterotondo ospita un’area industriale, con oltre 200 aziende e si estende su un’area di 230 ettari, e ricopre una funzione strategica sia per la città di Roma, sia per l’intera Sabina. Nel contesto dell’area industriale opera il CAIMO, Consorzio Industriale e Artigianale di Monterotondo, per garantire alle aziende del territorio i servizi più importanti, riguardanti la logistica, la sicurezza e la viabilità.
Anche le attività di ricerca scientifica sono presenti allo Scalo dove il CNR, Centro Nazionale delle Ricerche, ha un importante Centro, e qui risiede anche la sede italiana dell’ EMBL, European Molecular Biology Laboratory.
L’ EMBL è un’organizzazione intergovernativa, fondata nel 1974 e sostenuta da 27 stati membri, conduce ricerca di base in biologia molecolare, e offre servizi alla comunità scientifica, occupandosi anche della formazione degli scienziati. Altri centri scientifici di notevole interesse che qui hanno sede sono. L’istituto di sperimentazione agraria di Tor Mancina e il CREA il Centro di sperimentazione per la zootecnia e l’acquacultura.
L’esistenza dell’azienda di “Tor mancina” è ben documentata fin dall’anno 1600, ed è stata proprietà delle più importanti famiglie nobiliari romane, Barberini, Grillo e Boncompagni.
Sempre allo Scalo, opera la Fondazione Carlo Ferri, che è un istituto di ricerca medica, specializzata principalmente nella prevenzione dei tumori.
La Torre Civica in via dell’Artigianato è un edificio che racchiude nel suo interno diverse attività, in esso anno sede i servizi comunali della Polizia Locale e dell’Anagrafe dell’Edilizia Privata. La Torre ospita anche il MUSEO STORICO DI MONTEROTONDO con esposizione di reperti, documenti, installazioni multimediali sulle trasformazioni urbane e socioculturali di Monterotondo Scalo, la memoria delle Fornaci di laterizi, l’identità di quartiere. Conserva ed espone l’archivio storico della Città di Monterotondo.
Non possiamo concludere questo nostro viaggio a Monterotondo Scalo senza citare due importanti poli culturali il Teatro Sala Mons. Molloy, punto di riferimento per associazioni teatrali della Regione Lazio e l’Istituto Comprensivo Campanari ad indirizzo musicale, scuola elementare e media dove l’insegnamento della musica è una materia fondamentale, annesso all’Istituto è l’Auditorium Osvaldo Scardelletti, sede di concerti per gli alunni, ma aperto anche ad altre iniziative artistiche.
Per concludere possiamo ribadire che un territorio che offre un panorama così ricco di attività e interessi culturali è tutt’altro che una periferia di un territorio qualsivoglia più importante.