Contributi a fondo perduto, professionisti ancora fuori. Gli ostacoli per artigiani e commercianti

I professionisti restano i grandi esclusi dai contributi a fondo perduto: ia quelli ordinistici (avvocati, commercialisti, ingegneri ad esempio) sia quelli appartenenti alle professioni non regolamentate e iscritti alla gestione separata Inps. Al momento, per loro, così come per i lavoratori dello spettacolo, non ci sono molte speranze di richiedere il sostegno, che è stato disegnato come alternativo al Bonus 600 euro erogato da INPS e Casse previdenziali private per marzo e aprile.

Una scelta che è stata criticata duramente dai diretti interessati, che hanno lamentato un trattamento iniquo e discriminatorio rispetto ad altre categorie. Addentrandosi nel labirinto dei bonus, emerge effettivamente che le eccezioni e particolarità si moltiplicano, anche a causa del continuo sovrapporsi di decreti legge, ministeriali e circolari. Se il cumulo è consentito per gli autonomi come artigiani, commercianti e coltivatori diretti che hanno beneficiato del bonus 600 euro e del contributo a fondo perduto, il discorso è diverso per i professionisti, che possono guardare solo al bonus di maggio.

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Tra l’altro, anche all’interno della macro categoria di professionisti, non esiste un trattamento simile. Scrive così il Sole24Ore:

Quelli iscritti alla gestione separata Inps (di fatto le professioni non regolamentate) hanno potuto richiedere i 600 euro a marzo e aprile, senza distinzioni di reddito, e a maggio ne riceveranno mille se hanno subìto, nel secondo bimestre 2020, una riduzione di almeno il 33% del reddito rispetto allo stesso periodo del 2019. Gli ordinistici, invece, hanno avuto accesso ai 600 euro di marzo e aprile solo se potevano dimostrare compensi 2018 sotto una certa soglia (50mila euro) e a maggio non conoscono ancora le condizioni (né l’importo ).

Fin qui il sistema generale, ma lo slalom tra i due contributi è comunque pieno di dettagli ed eccezioni. Come quelli per i pensionati o per i lavoratori dello spettacolo, solo per citare alcuni casi.

Su tutto poi incombe l’incognita delle modifiche al Dl Rilancio, ora alla Camera: maggioranza e opposizione hanno già depositato emendamenti proprio per «allargare» ai professionisti il fondo perduto.

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