Anche a Mirabella l’emergenza coronavirus si vive in un clima quasi irreale e il silenzio di questi giorni ci proietta in una dimensione sospesa del tempo, un tempo che diventa prezioso per meditare sul domani che verrà. Per il sindaco Giovanni Ferro “la popolazione risponde positivamente e con carabinieri e vigili urbani c’è una piena collaborazione.
Ci sono costanti contatti con i sindaci del Calatino ma si chiede un coordinamento tra Asp, istituzioni locali e regionali. C’è qualche preoccupazione per l’economia ma nessuno si lamenta. Sono stati programmati 4 interventi di sanificazione grazie alla collaborazione degli agricoltori che hanno messo a disposizione i loro mezzi e la disinfezione dell’intero paese viene fatta con una miscela di ipoclorito di sodio controllata dall’ufficio ecologia. Il 50 % dei dipendenti è in ferie perché si è ridotta l’attività, la giunta comunale si riunisce via skype ed è previsto l’uso delle tecnologie anche per il lavoro del consiglio comunale. Sino al 3 aprile sarà attivo ‘Nonno Express’, un servizio gestito dalla cooperativa ‘Progetto donna’ che prevede l’acquisto di beni di prima necessità, farmaci e prenotazioni mediche per gli anziani oltre i 70 anni affetti da patologie croniche e privi di supporto familiare”. Ieri un’ordinanza comunale ha disposto la chiusura di tutte le attività commerciali dalle ore 14 alle 6, ad eccezione di negozi di generi alimentari e farmacie. Finora non si registra nessun caso di contagio in paese: dopo due settimane è finita la quarantena per circa 50 persone che si sono autodenunciate appena sono arrivate con gli autobus dalla Germania e dal nord Italia.
“Servirebbe una restrizione maggiore con la chiusura del paese per avere piena sicurezza” – dicono dal comando dei vigili urbani – “qualche denuncia è stata fatta durante i controlli esterni effettuati e alcuni cittadini hanno fatto segnalazioni”. Per il nostro corrispondente dall’estero Orazio Cagno “i mirabellesi in Germania adesso si sentono rassicurati perché sono state prese misure restrittive come in Italia”. Infine i medici di famiglia segnalano l’aumento delle chiamate dei pazienti perché molti hanno sintomi di tipo respiratorio acuto (tosse e influenza alta), la situazione è sotto controllo ma c’è confusione sulle direttive che si avvicendano in modo poco chiare. Preoccupato il dott. Salvo Turino perché “si vede ancora gente in giro che non ha compreso a fondo la gravità della situazione. Non abbiamo sistemi di protezione adeguati e l’Asp non risponde, mancano i sanitari e bisogna ritardare il picco, tutti devono stare a casa per non rovinare il lavoro fatto. C’è una sottostima dei dati reali senza un reale conteggio degli asintomatici e una sovrastima dei decessi. Esiste la paura ma col triage telefonico c’è l’intervento psicologico da parte nostra”.
Rosario Scollo