Coronavirus e le emozioni: rabbia, paura e tristezza

Coronavirus e le emozioni: rabbia, paura e tristezza divagano nel nostro isolamento, richiedere aiuto non ci rende fragili. Ecco a chi chiedere.

«Le emozioni più belle sono quelle che non sai spiegare…» così descriveva C. Baudelaire tutti quei moti interni che proviamo quando abbracciamo i nostri cari, quando corriamo a piedi nudi sui prati con il vento nei capelli. Ma in questo momento in cui siamo circondati dalle mura di casa e non dalle braccia di chi vogliamo bene, in cui il vento lo sentiamo solo quando ci rechiamo a lavoro e a fare la spesa, cosa proviamo?

«Abbiamo paura, siamo chiusi a casa ormai da tempo e siamo lontani dai nostri cari, all’inizio fingevamo che fosse un periodo di studio intensivo, ma ormai non si può nascondere la gravità della situazione». Queste sono le parole di Giovanna, 25 anni, studentessa di psicologia a Parma, siciliana rimasta nella città dove studia lontano da casa e dalla sua famiglia. Le giornate di tutti i cittadini italiani sono un uragano di emozioni contrastanti: «mi sento rassicurato perché c’è chi si occupa della mia salute, io devo solo rimanere a casa» ma abbiamo troppo tempo per riflettere « se io sto bene ma chi voglio bene, i miei nonni ad esempio, contraggono i virus e non posso aiutarli?».

L’impotenza e la paura si uniscono alla rabbia del perché una simile pandemia stia rovinando questo periodo della nostra vita. Rapporti a distanza rovinati dal nervosismo causato dall’isolamento, momenti di vita speciali che stiamo perdendo per avere un futuro. In tanti aspettavano con ansia questi giorni, ma di certo non si aspettavano di viverli chiusi in casa spaventati o in un letto di ospedale, alla finestra a guardare il mondo con ansia, davanti il pc per lavorare o in video chiamata per vedere mamma e papà.

Molti di loro si vedevano in abito bianco all’altare, con lo zaino in spalla in giro per il mondo, qualcun altro pensava di essere pronta ad indossare la corona d’alloro e festeggiare. La vita è messa a dura prova giorno dopo giorno, ma nessuno è pronto ad affrontare una pandemia, a stare chiuso in casa a pregare per non sentire altre notizie brutte, vivere nella speranza di accendere il tg e sentire solo una parola: fine. Fine della paura, fine delle morti, fine dell’isolamento, uscire ad abbracciare amici, fratelli, nonni, nipoti e anche lo sconosciuto che vedevi all’angolo della via.

In un momento così duro per la vita e la psiche di ogni uomo, nessuno deve essere lasciato solo e dal divano di casa non dobbiamo avere paura a chiedere aiuto. Sul sito del ministero della salute si legge: « Se state vivendo un momento di ansia, stress o smarrimento potete chiedere aiuto a uno psicologo. Segnialiamo tre iniziative messe in campo a livello nazionale: quella del Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop), che ha istituito un motore di ricerca (accessibile dal sito Cnop) per prenotare un teleconsulto gratuito con lo psicologo che si trova più vicino a noi; il servizio di ascolto e consulenza telefonica della Società psicanalitica italiana (Spi); e i due numeri della Croce rossa: 800065510 dedicato a tutti i cittadini e 065510 riservato agli operatori sanitari».

Segue un elenco di tutte le iniziative di ogni regione: motori di ricerca per trovare uno psicologo vicino a te, esperti che eseguo prestazioni gratuite per chi ha bisogno anche solo di una parola di conforto. Numeri e servizi dedicati ai cittadini soli, iniziative per proteggere tutti da emozioni negative che complicano il sereno vivere già messo a rischio dalla situazione di emergenza che stiamo vivendo.

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