Coronavirus, i dipendenti di Roma Capitale lavorano da casa

La macchina amministrativa di Roma Capitale, come riporta romatoday, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, è stata riorganizzata. Solo una minima parte dei dipendenti capitolini, continua ad andare nella propria sede di lavoro. Ma si tratta di impiegati che svolgono servizi incomprimibili, come quelli garantiti dagli uffici anagrafici. Gli altri continuano a lavorare in modalità “agile”. La totalità dei 62 addetti stampa, tutti e 142 i dipendenti dell’Avvocatura capitolina operano in modalità smart working. Sono soltanto 2 su 214 invece, gli impiegati che lavorando nell’ufficio dell’Assemblea capitolinacontinuano a frequentare il Campidoglio. Lo smart working, ha spiegato Antonio De Santis, l’assessore capitolino al Personale, è ormai una modalità ampiamente diffusa tra i lavoratori comunali.

Assessore De Santis, avete calcolato quante sono le persone che stanno lavorando da casa in questo momento?

Roma Capitale ha 23mila dipendenti. Tra questi ci sono seimila insegnanti che hanno da tempo sospeso la didattica e seimila agenti di Polizia Locale che sono in larghissima parte operativi su strada. Restano altri 11mila dipendenti. Di questi, circa l’80% sta lavorando da casa.

Il restante 20% dei dipendenti di Roma Capitale in quale settore sta operando?

Il restante 20% effettua attività che sono legate all’emergenza Coronavirus o servizi indifferibili ed incomprimibili. Ad esempio gli impiegati dei servizi anagrafici per quanto riguarda il rilascio degli atti di nascita e di morte. Loro continuano a recarsi sul posto di lavoro. Per inciso sono stati sospesi gli appuntamenti per il rilascio della Carta di identità elettronica, poiché si tratta di un servizio non indifferibile.

Sono quindi stati cancellati gli appuntamenti per rifare la carta d’identità?

E’ stata trasmessa alle strutture territoriali l’indicazione di organizzare gli appuntamenti relativi ai servizi anagrafici ancora attivi tramite apposite mail e numeri telefonici. Un’opzione valida nei casi di comprovata ed estrema necessità o urgenza, che si aggiunge ai servizi online già disponibili.

E chi continua a recarsi sul posto di lavoro di quali protezioni usufruisce? Sono stati forniti i classici dispositivi, come guanti, mascherine…

Il problema dei dispositivi e delle mascherine è stato un problema di carattere nazionale ma è in via di risoluzione. Comunque è stata data disposizione ai direttori di Dipartimento di garantire lo svolgimento dell’attività lavorativa nel rispetto della massima sicurezza. E la stessa sicurezza va garantita anche nei confronti dell’utenza: abbiamo ad esempio dato indicazione che sia distanziata con adeguati separatori.

Ma da quanti giorni Roma Capitale ha avviato lo smart working?

La prima direttiva risale agli inizi di marzo. E’ stato necessario un po’ di tempo affinchè gli uffici la recepissero, anche perché questa modalità di lavoro agile va un po’ in deroga rispetto alla legislazione vigente. Da circa una dozzina di giorni ha però raggiunto i numeri che dicevamo prima. L’80% del personale amministrativo lavora da casa.

C’è un appello che vuole rivolgere ai dipendenti di Roma Capitale?

Vorrei più che altro ringraziarli perché stanno dimostrando un grandissimo senso di responsabilità. Mi riferisco a chi si dedica ai servizi essenziali ed a chi, lavorando da casa, non ha mai fatto mancare la propria disponibilità. Roma Capitale è orgogliosa del contributo che sta dando alla città in questo momento.

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