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Antonella Folgori, presidente della biotech ReiThera, ha ripercorso la storia del vaccino e del gruppo di lavoro che lo ha messo a punto. Un viaggio partito dai laboratori di ricerca di Castel Romano dove è stato innestato sull’adenovirus (il vettore virale) il codice genetico della proteina spike del coronavirus. Questo vettore è stato costruito in modo da non replicarsi nell’organismo e non integrare le informazioni genetiche che trasporta nel genoma umano. Nei bioreattori dell’officina di manifattura il vaccino è stato poi prodotto per la sperimentazione clinica.
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Dopo 28 giorni dalla vaccinazione oltre il 94% dei soggetti nella fascia d’età 18-55 anni vaccinati con una sola dose ha prodotto anticorpi. La risposta cellulare è risultata estremamente robusta in tutti i soggetti valutabili nella fascia d’età 18-55 anni. Inoltre, la risposta osservata nei soggetti anziani non differisce da quella dei soggetti più giovani. Le reazioni sono state transitorie e di lieve e limitata intensità: arrossamenti nella zona dell’iniezione, qualche linea di febbre, un po’ di mal di testa. Tutti sintomi spariti nel giro di poche ore. Infine sono state delineate le attività della sperimentazione nelle fasi successive, al termine delle quali, se non vi saranno imprevisti, avremo a disposizione un nuovo vaccino. Non è irrealistico immaginare che il percorso potrebbe concludersi con l’approvazione da parte dell’agenzia Regolatoria Europea (EMA) entro la prossima estate.
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