Durante questi due mesi di quarantena per il nostro paese, abbiamo assistito a molte scene al di fuori del normale, gente irrispettosa e menefreghista delle regole ad esempio, che in tutti i modi ha cercato di violare il divieto ad uscire; ma tra i tanti paradossi, c’è anche quello degli sbarchi dei migranti provenienti dall’Africa, che non si sono fermati, sebbene abbiano subito un iniziale rallentamento.
L’ingrasso delle ONG non ha dunque fine e neanche la sorte dei disgraziati vittime dei “Trafficanti di Carne Umana”, traghettati prima nel deserto attraverso trasporti fatiscenti, per poi essere scaraventati in mare su bagnarole che rischiano di affondare da un momento all’altro.
Dal 1 gennaio al 10 marzo 2020, nonostante l’emergenza pandemica, sono 2.553 i “migranti” giunti clandestinamente sul nostro territorio, con un incremento del +762,09% rispetto allo stesso periodo del 2019 (948% secondo Il Giornale), quando nello stesso periodo in cui il Ministro degli Interni era Salvini, furono solo 335 coloro che riuscirono ad approdare illegalmente nel nostro paese.
Un dato abbastanza irrisorio quello del 2020, se volessimo confrontarlo con quello del 2018, dove il Ministro era Minniti ed a sbarcare in quel periodo furono 5.556 persone, come riportano i dati diffusi dal Ministero, che diffonde anche le nazionalità dei migranti, da cui si evince che la maggioranza di loro non sia fuggito da chissà quale terribile guerra, ma solo per motivi economici:
Le nazionalità dichiarate sono le seguenti, Bangladesh 440, Algeria 308, Costa D’Avorio 283, Sudan 245, Somalia 172, Guinea 121, Mali 115, Marocco 112, Tunisia 94 ,Nigeria 70, altre 593.
Venendo ad aprile, con le giornate che si sono allungate, che il meteo è più favorevole, si sono nuovamente intensificati i traffici illegali di carne umana e Pozzallo è stata presa d’assalto da migranti provenienti dalla Libia, 101 gli sbarcati, ma altri sono in mare, tra cui 156 soccorsi dalla Alan Kurdi, nave della ONG tedesca Sea Aye; ma secondo un rapporto di Seawatch, che aveva lanciato l’allarme sarebbero 4 i barconi alla deriva per un totale di 260 persone, di cui uno capovolto con naufraghi e vittime, che è stato poi smentito trattandosi di una imbarcazione alla deriva oggetto di un precedente salvataggio.
A Pozzallo sono stati quindi sbarcati 101 migranti tra cui un quindicenne egiziano che è risultato positivo al Coronavirus, ed è stato posto in isolamento cautelativo, i 156 della Alan Kurdi sembra che non li sbarcheranno in Italia, ma verrà individuata per loro un’altra destinazione; intanto però si pone il problema di dove verranno ospitati i “migranti” che devono affrontare la quarantena?
Sembrerebbe che sia stata identificata per lo scopo una motonave della compagnia GNV, in grado di ospitare fino a 488 persone, un vero e proprio ospedale galleggiante messo a disposizione dei malati di Covid-19 giunti dal mare, mentre i nostri ospedali terrestri sono al collasso e non sappiamo dove stipare i degenti. Inoltre sorge spontanea una domanda, come faranno a sapere se i migranti sono affetti da coronavirus? Franno forse a tutti loro dei tamponi prima dello sbarco?
Se questo accadesse sarebbe molto grave, poichè i tamponi vengono negati a molti italiani, persino persone che sono state a contatto con dei contagiati o che hanno manifestato dei sintomi, ma non tutti quelli indicati dal protocollo, quindi la domanda è: Ci sono tamponi per i migranti e non per gli italiani?
Non solo si pensa di continuare a permettere il business dei “Trafficanti di Carne Umana”che si improvvisano scafisti, continuando a permettere che ONG straniere raccolgano in mare i migranti e a sbarcarli sulle nostre coste, con il rischio concreto che giungano soggetti malati a infoltire il rischio epidemiologico, ma addirittura di provvedere ad allestire una nave-ospedale esclusivamente per loro a discapito del bisogno primario di curare i nostri connazionali, che stanno anche affrontando enormi sacrifici economici.
Poi forse molti non ne sono a conoscenza, ma gli stessi migranti, sono vittime di indicibili torture sin dall’inizio del viaggio, che spesso si conclude prima della destinazione: molti coloro che periscono nel deserto viaggiando a piedi o su improbabili camion stracarichi, dove si rischia persino di soffocare, altri che una volta giunti in Libia vengono derubati di tutto o schiavizzati per un certo periodo per pagarsi il viaggio, fino ad arrivare a quelli che purtroppo annegano nel Mediterraneo durante la traversata. E quanti di questi africani abbiamo visto giungere a noi pelle e ossa? Quanti di costoro erano persone visibilmente bisognose?
Se invece che pagare le famose 35,00 euro al giorno per ospitarli, questi soldi venissero investiti direttamente nella loro terra di origine, dove questa somma ha un valore più elevato, quanti potremmo aiutarne veramente, senza costringerli ad abbandonare la terra natia ed affrontare un viaggio massacrante?
Non vorremmo mai pensare che a qualcuno faccia comodo riempire il nostro paese di africani, forse per sfruttarli nelle piantagioni lavorando sotto il sole per 2 euro all’ora? Non vorremmo mai credere che il business del’accoglienza faccia comodo alle ONG, alle COOP e i vari enti che gestiscono i Cas, i Centri di Accoglienza, che come dimostrato in diversi casi, alloggiano queste persone senza fornigli i dovuti servizi esistenziali, portandoli poi a compiere le rivolte con materassi bruciati e pasta gettata per terra.
Quella africana è attualmente una vera e propria bomba, pronta ad esplodere, poichè in una realtà dove gli enti sanitari scarseggiano o non sono all’altezza di quelli occidentali, chissà quanti africani sono già contagiati da Covid-19 senza saperlo (essendo presenti diverse enclavi cinesi in Africa), pronti a partire per l’Europa e a diffondere ancora il contagio. Una realtà dove l’aspettativa di vita media non supera i 50 anni, dove i decessi non vengono analizzati ed è impossibile capire se a seguito di Dengue o di Coronavirus, o di qualsiasi altra patologia.