Un po’ di storia recente
Il Governo Conte 2 quando si accinse a modificare i decreti Salvini sull’immigrazione istituì questa Protezione speciale. In poche parole si tratta di una concessione ad uno straniero che non possa avvalersi delle principali motivazioni per richiedere asilo. Cioè non può avvalersi della condizione di Rifugiato perché non proviene da un Paese in guerra, e nemmeno della Protezione sussidiaria che viene riconosciuta a chi nel proprio Paese può subire torture o essere condannato a morte.
A chi si applica la Protezione speciale
Ci sono diverse realtà di cittadini immigrati che non sono comprese nelle condizioni descritte, tuttavia questi immigrati sono perseguitati per motivi di razza, religione, opinioni politiche, orientamento sessuale. A costoro veniva negata la possibilità di permesso di soggiorno. Con l’introduzione della Protezione speciale (da moltissimi giudicata umana) questi cittadini potevano essere accolti. Nel 2022 con questa formula sono stati rilasciati oltre 10 mila permessi di soggiorno.
Il report del Cir 2022
Dal rapporto del Consiglio italiano per i rifugiati relativo al 2022, si evince che nello stesso anno sono state esaminate oltre 52 mila richieste di protezione internazionale e di queste il 21% ha ottenuto la Protezione speciale. Lo status di rifugiato è invece stato concesso al 12% delle richieste e la protezione sussidiaria al 13%. Oltre la metà delle richieste, precisamente il 53%, sono invece state rifiutate.
Una scelta umanitaria
A voler ragionare con la giusta serenità e umanità, questo dispositivo del governo Conte 2, in effetti è andato a colmare una lacuna importantissima nell’ambito dell’immigrazione.
Possiamo girare la faccia e guardare altrove e dirci che non sono problemi nostri se qualcuno in patria è perseguitato perché è omosessuale o perché professa una religione diversa da quella di Stato. Siamo liberi di scegliere di “fregarcene” se da qualche parte nel Mondo qualcuno perseguita qualcun’altro per motivi sui. Possiamo però scegliere di aiutare davvero il prossimo, oltre che raccontarcelo ipocritamente la domenica in chiesa.
Questo è un Paese libero, ognuno si senta libero di rapportarsi con la propria coscienza e continui le sue battaglie per salvare il gattino randagio piuttosto che un essere umano.
Perché Meloni ce l’ha con questo provvedimento?
La premier le motivazioni le ha spiegate chiaramente durante il suo viaggio in Etiopia rispondendo ai giornalisti al termine della sua visita alla scuola italiana Galileo Galilei di Addis Abeba. Ha detto: “Mi do come obiettivo l’eliminazione della protezione speciale, perché è una protezione ulteriore rispetto a quello che accade nel resto d’Europa. Credo che l’Italia non abbia ragione di discostarsi dalle normative europee di riferimento”. Meloni ha inoltre sottolineato che nell’esecutivo c’è completa sintonia su questo punto.
L’antitesi di Robin Hood
Eh già, perché mai dovremmo discostarci dalle normative europee? Alcuni però hanno osservato che “il nostro Paese si discosta dalle direttive della Ue in diverse situazioni”. Ora, senza star qui a fare l’elenco, vengono alla mente alcune condizioni sicuramente diverse da quelle di altri Paesi europei. Solo che queste differenze non sembrano interessare così caldamente il governo.
La parola dell’opposizione
Le critiche arrivano dirette da Elly Schlein, segretaria del Pd, che accusa il governo di “far pagare la sua incapacità nella gestione delle Politiche migratorie, sulla pelle dei più fragili”.
Secondo Francesco Boccia, presidente dei senatori Pd, “la cancellazione dell’istituto della Protezione speciale, serve solo a coprire i ritardi e l’incapacità di questo governo per far uscire il nostro Paese dalle difficoltà economiche”. Boccia poi chiude il suo commento dicendo che “la premier sa benissimo che non è la Protezione speciale a spingere i migranti sulla rotta italiana”.
La difficoltà di restare “super partes”
Non spetta al giornalista tirare le conclusioni. La Politica ha l’onere della gestione della vita sociale ed economica del Paese e certamente chi è eletto rappresenta il volere della maggioranza. Chi siede a Palazzo ha la giusta cultura e preparazione per decidere quale sia la via migliore da seguire, e l’auspicio di tutti è che sia davvero così. In alcune tematiche però la divisione dell’opinione pubblica è inevitabile, e su questo argomento per restare in ossequioso e rispettoso silenzio si deve faticare un pochino.
Foto dal video della visita ad Addis Abeba. Pagina ufficiale Facebook di Giorgia Meloni