Rubrica di economia e finanza a cura di Mario Rugini
Cari lettori, in questo momento di Emergenza Sanitaria, scrivere di Economia è difficile.
Tuttavia ritengo necessario e utile parlarne perché, sebbene l’attenzione dei cittadini è prevalentemente rivolta alla questione sanitaria, quando il Paese progressivamente riaprirà, le vicende economiche torneranno centrali e le nostre scelte come risparmiatori e investitori saranno nel loro complesso importanti per supportare la ripresa economica.
Il quadro macroeconomico è molto serio. L’Ocse (Organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico) prevede una riduzione della crescita globale di mezzo punto percentuale, Bloomberg Economics prevede una crescita mondiale azzerata, mentre l’Unctad (Agenzia Onu commercio e sviluppo) sostiene che l’epidemia di coronavirus avrà un costo di almeno un trilione di dollari.
Questo, al netto della componente speculativa, è dovuto alla forte riduzione della produzione e del commercio mondiale connessi alla diffusione della Pandemia ed ha causato una forte sofferenza dei mercati azionari e tensioni comunque importanti sui mercati obbligazionari.
In altre parole, senza un intervento Pubblico globale e coordinato sull’economia la ripresa sarà lunga sofferta e molto difficile.
Tuttavia su questo fronte ci sono state alcune parziali mosse da parte delle istituzioni, riepilogo le principali
Gli Stati Uniti hanno stanziato 2000 miliardi di dollari di sostegno a famiglie imprese, la BCE ha stanziato 750 miliardi di euro per acquistare Titoli di Stato, il Fondo Monetario Internazionale ha un piano da 1 miliardo di dollari di aiuti per gli Stati.
L’annuncio di queste misure ha dato un po’ di respiro ai mercati che hanno ridotto le perdite, ma ovviamente non sono misure ancora sufficienti , tanti osservatori lamentano ancora una mancanza di una azione coordinata tra Usa, Cina e Russia. Inoltre sul fronte Europeo è palese una assenza di misure coraggiose della Commissione Europea come volano e supporto del piano della BCE
Pertanto sul piano individuale un investitore che ha un portafoglio di titoli azionari e obbligazionari oggi ha forti perdite su entrambe i fronti.
Tengono le Gestioni Separate ossia i fondi speciali creati da Banche e Assicurazioni . Questi fondi avendo costi più alti consentono la formazione di riserve e garanzie e non essendo quotate al valore di mercato non subiscono perdite di valore immediate.
Chi ha titoli azionari e obbligazionari o composizioni di questi, non deve vendere se non per gravi motivi economici, perché la paura di perdere ulteriormente alimenta e facilita la speculazione. Chi ha la possibilità di investire ulteriormente lo deve fare solo dopo aver ri-certificato il suo profilo di rischio e dovrebbe considerare che il suo investimento può essere di supporto per la ripartenza economica.
Con un investimento in azioni e obbligazioni aiutiamo una azienda perché finanziamo il suo capitale e il suo debito.
Con un investimento in Titoli di Stato aiutiamo un Paese, perché finanziamo il suo debito Pubblico.
Con un investimento in fondi comuni e Gestioni Separate, facciamo l’uno e l’altro.
Attenzione disinvesti solo se ne hai un reale ed immediato bisogno