Covid-19 – Debito pubblico, quale situazione ci attende nel post Covid ?

Rubrica di economia e finanza a cura di Mario Rugini

Nei  precedenti articoli è stato evidenziato come il tema della ripartenza economica post Covid 19 è un nodo che va affrontato attraverso una risposta Europea perché i singoli Stati non riescono ad affrontare i costi della ripartenza economica individualmente avendo già un elevato debito pubblico.

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In particolare l’Italia è in difficoltà perché rispetto ad altri Stati Europei aveva prima del COVID un elevato Debito Pubblico e non può più muoversi individualmente perché il suo debito inizierebbe a essere considerato insostenibile .

DEF 2020

In questi giorni il Governo Italiano ha presentato alle Camere il DEF ovvero, il documento di economia e finanza per il 2020 dove è stato chiesto un elevato scostamento di bilancio rispetto alla manovra preventivata  nel 2019 per rifinanziare i decreti  #CuraItalia.

Il DEF, ha evidenziato i principali dati economici di riferimento per il 2020:

  • PIL: – 8% RISPETTO AL 2019. Il PIL è la ricchezza prodotta da tutta la Nazione, se l’Italia fosse un lavoratore il PIL sarebbe il suo stipendio a lordo di tasse e contributi.
  • DEBITO PUBBLICO : 155% del PIL. Il debito pubblico rappresenta la somma dei debiti contratti dall’Italia in tutta la sua storia per finanziare il welfare ovvero sanità , previdenza e servizi essenziali. In termini semplici se l’Italia fosse un lavoratore il suo debito pubblico sarebbe il mutuo per la prima casa.
  • DEFICIT: 10,40% del PIL. Il deficit è la differenza tra le entrate dello Stato e le sue uscite. In altre parole se l’Italia fosse un lavoratore con stipendio di 20.000 euro annue e un incasso da un immobile di 10.000 euro annue, le spese per mantenere l’immobile sono di 11.000 euro all’anno, con un disavanzo (deficit) di 1.000 euro.

Il debito pubblico in media si rifinanzia ogni 5 anni. Per una buona percentuale è in mano ad investitori istituzionali privati esteri. In parole semplici, questi investitori hanno delle regole da rispettare nei confronti dei loro sottoscrittori e non possono detenere debiti non sostenibili.

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Sostenibilità

La sostenibilità del debito è basata sul rapporto col PIL e prima del COVID il nostro debito era considerato di media qualità (BBB) dalle Agenzie Internazionali che lo valutano (Rating).Il rischio è quindi che il nostro debito venga considerato a seguito dei recenti incrementi di Bassa Qualità (Downgrade) e che quindi gli investitori Esteri non lo comprino più o peggio ancora lo vendano generando una spirale negativa.

Per evitare tutto questo, la BCE, sta acquistando il nostro debito (Quantitative Easing) e continuerà a farlo anche in caso di Downgrade. Questa soluzione è di breve termine ossia, può durare massimo 5 anni. Se ripartisse in modo forte il PIL, ossia la ricchezza prodotta, il debito tornerebbe nel tempo sostenibile e non si dovrebbe intervenire con manovre drastiche come il taglio della spesa pubblica e la tassa patrimoniale.

L’Italia riparte?

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Diventa chiaro come la ripartenza economica è fondamentale e come questo non possa che passare attraverso una azione di solidarietà Europea su un nuovo debito connesso alla ripartenza degli investimenti e garantito da tutti gli Stati (Eurobond o Recovery Found).

In pratica Noi, come Stato Singolo, possiamo spendere per sopportare l’emergenza, ma non lo possiamo fare per la ripartenza economica. L’Europa unita, ha tutti gli strumenti per poterlo fare.

 


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