Si è tenuto in Comune l’incontro di presentazione dei lavori per il Piano di salvaguardia del saper fare liutario cremonese, indagine di rischi e minacce ai quali la liuteria è esposta e raccolta di efficaci strategie per tutelarla, che partirà il prossimo 16 novembre.
“Le recenti vicende legate al Covid-19 hanno messo ulteriormente in luce la necessità di tutelare e sostenere la nostra liuteria, anche registrando bisogni, criticità e minacce che potrebbero metterne a rischio la conservazione e la trasmissione -ha dichiarato il Sindaco Gianluca Galimberti all’apertura dei lavori. Un lavoro esteso che riguarda i liutai, ma anche i musicisti che insieme ai primi rappresentano le due arti della città. Anche per questo è alta l’aspettativa sui lavori che partiranno il prossimo novembre. Lavori urgenti, che ci impongono di investire al meglio il tempo a disposizione”.
Dal prossimo 16 novembre, dunque, la comunità dei liutai si ritroverà in sei appuntamenti settimanali per condurre i lavori di ricognizione rischi, studio e stesura delle migliori strategie per tutelare l’elemento più caratterizzante della nostra città, in un percorso guidato da facilitatori Unesco che accompagneranno e guideranno la comunità alla messa a punto del Piano di salvaguardia, attraverso azioni strutturate.
“Non è da oggi che ci si pone il problema di salvaguardare e proteggere la liuteria –hanno sottolineato Benedetta Ubertazzi ed Harriet Deacon, facilitatori Unesco. Ogni giorno i liutai lo fanno, da 500 anni: è proprio grazie alle loro azioni di tutela e trasmissione che questo patrimonio immateriale è giunto fino a noi. L’Unesco, in linea con i principi contenuti nella Convenzione del 2003, si mette a disposizione della comunità per affiancarli con percorsi strutturati in modo da far emergere con la maggior consapevolezza possibile i rischi attuali e le possibili minacce che in futuro potrebbero minare o interrompere la trasmissione del sapere liutario, attraverso riflessioni organiche. In sei incontri settimanali, dunque, i facilitatori accompagneranno la comunità attraverso momenti di formazione tecnica a riflettere su rischi, minacce e strategie in tre macro-aree legate alla sostenibilità: ambientale, economica e sociale”.
Soddisfazione dei partecipanti all’incontro col Sindaco: Virginia Villa e Fausto Cacciatori per il Museo del Violino; Stefano Trabucchi e Enrico Allevi per Confartigianato; Marco Cavalli, Alessia Manfredini e Francesco Toto per CNA; Giorgio Grisales e Benedicte Friedmann del Consorzio liutai; Benedetta Ubertazzi, facilitatore UNESCO; gli assessori Barbara Manfredini e Luca Burgazzi; Chiara Bondioni, responsabile del Servizio Distretto Culturale della Città di Cremona. Erano collegati da remoto: Matteo Rosati, funzionario per il programma cultura presso l’Ufficio Unesco per la scienza e la cultura in Europa, in collegamento da Venezia; Elena Sinibaldi, del Ministero per i beni e per le Attività culturali e per il Turismo – Ufficio Unesco, in collegamento da Roma; Harriet Deacon, facilitatore Unesco, in collegamento da Londra.
“Adottare un piano di salvaguardia -ha precisato Benedetta Ubertazzi- significa acquisire maggior consapevolezza della realtà che ci circonda e nella quale la liuteria si muove e vive. Per questo, il piano è uno strumento dinamico, in linea con il carattere vivente del patrimonio immateriale e i principi sanciti dalla Convenzione del 2003, che si adegua di volta in volta alle esigenze della comunità, per salvaguardare la vitalità dell’elemento culturale, anche, per esempio, attraverso la valorizzazione degli spazi dove la cultura viene fruita, come il Museo del Violino, e sempre in un’ottica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.
Strategica, per perseguire obiettivi tanto ambiziosi, la presenza dell’Ufficio Unesco del Segretariato Generale del MiBACT rappresentato da Elena Sinibaldi: “C’è un debito di grande riconoscenza nei confronti del Ministero dei Beni culturali -ha ricordato Ubertazzi- che promuove con grande entusiasmo la rete delle comunità del patrimonio culturale immateriale italiano, coordinando e finanziando iniziative di rilievo come il Meeting Unesco annuale della rete di esperti di patrimoni intangibili del Sud-Est europeo del 2019 (la cui tredicesima edizione si è tenuta proprio a Cremona), e la redazione del piano di salvaguardia, per insistere sull’importanza che ogni comunità costruisca la propria identità attuale e futura sulla trasmissione dei valori culturali”.
“E questo nuovo workshop e capacity building che presentiamo oggi, infatti –ha fatto eco Matteo Rosati- è un lavoro che idealmente continua sia quel meeting di esperti si è tenuto proprio a Cremona nel giugno 2019, sia quello svolto durante l’ottava edizione dell’Assemblea Generale della Convenzione del 2003 per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, dello scorso 8 settembre”.
Accoglienza positiva nelle parole di Stefano Trabucchi di Confartigianato: “La sensazione è quella che si stia affrontando un tema molto complesso per introdurre un significativo cambio di ritmo; ci sentiamo genuinamente investiti di una grande responsabilità: per la prima volta si affronta anche il risvolto economico di un processo dinamico di studi e riflessioni che hanno ripercussioni concrete nella vita delle persone e che non sono solo speculazione teorica. Un dato rassicurante, in una situazione difficile, non solo per il nostro settore, e con scenari ancora cupi all’orizzonte”.
“Sono molto contento per l’avvio di questo tipo di lavori -ha fatto eco Francesco Toto, liutaio e rappresentante CNA- ritengo, infatti, particolarmente rilevante la riflessione sui luoghi: la bottega, per esempio, è elemento centrale, strategico per la trasmissione del sapere liutario. Permettere di accedervi per imparare il mestiere è fondamentale, così come lo sarebbe una più stringente regolamentazione di avvio alla professione”.
Del tutto in linea la visione di Fausto Cacciatori e Virginia Villa, rispettivamente conservatore e direttrice del Museo del Violino: “Certamente la trasmissione è possibile là dove si tutelano i luoghi in cui essa avviene. Tutelare il patrimonio materiale in parallelo con la trasmissione del sapere è un lavoro di grande impegno, responsabilità e visione strategica. Del resto, il sapere legato alla liuteria si è trasmesso attraverso cinque secoli di storia non senza discontinuità, coincisa anche con una progressiva perdita di ruolo strategico della nostra città. È imprescindibile tutelare il sapere immateriale insieme ai luoghi dove quel sapere prende forma, nasce e viene veicolato e conservato”.
L’appuntamento per l’avvio dei lavori con tutta la comunità di riferimento è il 16 novembre, lavori che saranno condotti in presenza nell’Auditorium Arvedi del Museo del Violino e attraverso collegamenti in diretta streaming su piattaforme online.