Cuginetti uccisi dal suv, soltanto 9 anni di condanna all’investitore

Aveva fatto piangere l’Italia la morte dei due cuginetti di Vittoria, in provincia di Ragusa, investiti e uccisi da un suv il 10 luglio dello scorso anno.

I due cugini di 11 (Alessio) e 12 anni (Simone) D’Antoni, vennero travolti fuori dalla porta di casa da un uomo  sotto l’effetto di alcol e droga figlio di un boss camorrista.

Nella macchina di Rosario Greco vennero rinvenute anche delle armi atte ad offendere, uno sfollagente e una mazza da baseball.

Straziante  la scena che si era presentata ai soccorritori, i bambini giacevano in una pozza di sangue con le gambe tranciate, Alessio morto sul colpo e Simone deceduto dopo diverse ore di agonia.

Oggi è arrivata la sentenza in primo grado che condanna questo atroce infanticidio plurimo con soli nove anni di carcere.

9 anni che non sono niente in confronto alla vita che avrebbero potuto vivere i due cuginetti e che gli è stata strappata in una maniera tanto barbara, in maniera consapevole e volontaria,  visto che chiunque consegue la patente sa benissimo quali sono i rischi di mettersi al volante in condizioni psicofisiche non idonee.

Rosario Greco è stato processato secondo il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena, il procuratore di Ragusa Fabio D’Anna aveva chiesto la condanna di Greco a dieci anni di reclusione per duplice omicidio stradale aggravato dall’alterazione psicofisica dovuta all’utilizzo di sostanze alcoliche e stupefacenti.

Lo strazio dei genitori e dei parenti non ha fine, i due piccoli sono stati uccisi di nuovo, da una giustizia assente, incompetente e spesso corrotta ai propri interessi personali,  come nel caso delle intercettazioni di Palamara.

Dov’è il Parlamento? Dov’è la giustizia quella reale avrebbe che dovuto dare l’ergastolo a questa persona?