Dati inquietanti per la Capitale: in aumento i “baby-pusher”

Roma è ormai vittima di un dramma crescente che scuote le sue fondamenta sociali, l’allarmante coinvolgimento di minorenni nel traffico e nello spaccio di droga. Una piaga che si espande come un’ombra minacciosa, insinuandosi nei quartieri, nelle scuole e nelle famiglie, lasciando dietro di sé un senso di smarrimento e impotenza.

Giovanissimi sedotti dal crimine

Le cronache raccontano di giovanissimi, spesso poco più che bambini, che cadono nella rete di organizzazioni criminali senza scrupoli. Sedotti dalla promessa di guadagni facili, molti di loro abbandonano l’innocenza della loro età per entrare in un mondo oscuro, dove il confine tra gioco e illegalità svanisce in un silenzio assordante. Le periferie della Capitale sono il cuore pulsante di questo incubo, ma il fenomeno non risparmia neppure i quartieri centrali, travolgendo la città in un vortice di disperazione.

Aumentano gli arresti di minori

Le statistiche parlano chiaro e sono inquietanti: il numero di minorenni arrestati per reati legati allo spaccio cresce inesorabilmente. Dietro a ogni caso c’è una storia di disagio, di abbandono. Ragazzi e ragazze finiscono per diventare pedine sacrificabili di un sistema criminale che li sfrutta senza pietà. Alcuni dichiarano di essersi ritrovati in questa spirale per necessità economiche; altri, sopraffatti dal desiderio di appartenenza, hanno ceduto alle influenze dei coetanei.

Un fallimento sociale

Dietro ogni giovane c’è un fallimento collettivo, povertà educativa, scuole che non riescono a trattenere i ragazzi, famiglie che arrancano tra mille difficoltà. Il tessuto sociale sembra ormai lacerato. Modelli culturali distorti mitizzano l’illegalità e alimentano il “sogno” del denaro rapido e senza sforzo. Questo espone i più vulnerabili al richiamo del crimine.

Occorre il coinvolgimento di tutti

Le forze dell’ordine intensificano i controlli, ma questo non basta. Ogni operazione di polizia svela una rete sempre più intricata e radicata, che affonda le sue radici in un disagio profondo e diffuso. La repressione, seppure necessaria, non può essere l’unica risposta. Occorre un’azione corale che coinvolga scuole, famiglie, associazioni, istituzioni. Solo offrendo alternative e speranze concrete si potrà spezzare questo circolo vizioso.

Le campagne di sensibilizzazione e i programmi di recupero, sono un passo avanti, ma la strada è lunga. Roma lotta contro un nemico invisibile, che corrompe i suoi figli e li trascina verso l’incerto. Le comunità devono risvegliarsi e le famiglie vanno sostenute. Il fenomeno dei baby pusher è un grido di allarme che non può più essere ignorato. Ogni ragazzo perso è una ferita per l’intera società. La battaglia per il loro riscatto è una battaglia per il futuro di Roma stessa, una battaglia che non possiamo permetterci di perdere.

Foto generica tratta da: primabergamo.it