Dopo una lunga notte di discussioni, il Governo sarebbe riuscito a trovare un accordo complessivo per il testo definitivo del Decreto Rilancio, tanto da aver organizzato una riunione che si starebbe svolgendo in queste ore per approvare ed emanare il documento. Dopo settimane di contrasti e passi indietro, tutte le parti politiche avrebbero trovato un accordo soprattutto sui tempi più caldi: tra tutti, la regolarizzazione dei lavoratori stranieri, colf e badanti.
Come confermato dal Ministro dell’Economia Gualtieri, la copertura economica ci sarà sia per rinforzare gli ammortizzatori sociali, secondo richiesta dei sindacati, sia per sostenere le Piccole medie imprese, i lavoratori stagionali e dello spettacolo. In più, confermato anche il taglio dell’Irap.
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Dopo lunghe discussioni, insomma, l’accordo sul secondo decreto economico relativo all’emergenza sanitaria ed economica di conseguenza è stato trovato. E, salvo nuovi slittamenti, il Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio emanerà il testo definitivo.
La principale ragione di scontro aveva riguardato la regolarizzazione dei braccianti agricoli stranieri, spesso vittime di caporalato, in quella che è stata la battaglia personale del Ministro Bellanova e che Conte ha accolto con una “questione di civiltà”:
“Regolarizzare per un periodo determinato immigrati che già lavorano sul nostro territorio significa spuntare le armi al caporalato, contrastare il lavoro nero, effettuare controlli sanitari e proteggere la loro e la nostra salute tanto più in questa fase di emergenza sanitaria”.
Sul tavolo, si presenterà un decreto economico di oltre 200 articoli, ben più corposo del precedente Cura Italia. La buona notizia, però, riguarda soprattutto la copertura economica delle misure stabilite e a confermarlo è stato proprio il Ministro dell Economia e delle Finanze.
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Il pacchetto di aiuti sarà pari a 55 miliardi di euro, così suddivisi:
- 10 miliardi per la Cassa integrazione;
- 6 miliardi per piccole e medie imprese;
- 4 miliardi per sostenere il taglio dell’Irap e altri 2 miliardi per misure fiscali;
- 5 miliardi per Sanità e sicurezza sul lavoro;
- 2,5 miliardi per i settori di turismo e cultura.