Conte: “A Natale no a veglioni, cene e balli ma più serenità economica”. E’ quanto ha detto, come riporta repubblica.it, il presidente del consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi nel corso dell’illustrazione delle misure contenute nell’ultimo Dpcm. “Non ho la palla di vetro per dire se dovremo rivedere le stime del Pil, ma se queste misure ci aiuteranno a contenere il contagio credo che qualche spesa in più ce la possiamo permettere a Natale”, ha detto il premier.
“Non sto pensando a veglioni, cene natalizie, cenoni, balli. Bisogna rispettare le regole – ha aggiunto Conte -. Ma se ci arriviamo in serenità, anche la fiducia nei consumi non sarà depressa e potremo vedere i benefici economici”.
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Giuseppe Conte ha firmato. La notizia è arrivata dopo mezzanotte. Il nuovo Dpcm sarà in Gazzetta ufficiale in mattinata. Dal 5 novembre al 3 dicembre l’Italia sarà dunque divisa in tre aree: zone rosse (ad alto rischio), arancioni (intermedio) e gialle (più sicure). Con regole e divieti diversi. L’ultima novità, rispetto alla bozza circolata nel pomeriggio, è che parrucchieri e barbieri resteranno aperti anche nelle aree rosse. Solo nelle prossime 24 ore sapremo in quale categoria sarà collocata ogni regione, in base all’indice Rt e ad altri 21 criteri. Una classificazione destinata a suscitare polemiche come già si è capito dallo scontro in serata tra governo e presidenti di Regione.
La classificazione delle Regioni
Nella zona rossa dovrebbero essere Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige e Valle d’Aosta. In bilico la Campania. Zona arancione Puglia, Sicilia, Liguria e probabilmente il Veneto. Tutte le altre sono zone gialle. Le Regioni hanno chiesto che la valutazione del rischio epidemiologico venga fatta in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione regionali. E il governo ha promesso un “coinvolgimento”.
Le regole nelle zone gialle
È la zona con regole meno rigide ma comunque più restrittive rispetto al decreto dello scorso 24 ottobre. Il “coprifuoco” scatta alle 22. Da quel momento – e fino alle cinque del mattino – è vietato uscire di casa, salvo motivi di salute o lavoro. Alle scuole superiori, ci sarà la didattica a distanza al 100%. Nel trasporto pubblico, è prevista una capienza dimezzata: 50 per cento su bus, metro e treni regionali. I centri commerciali sono chiusi nel weekend e nei giorni festivi. Si fermano anche i musei, le mostre, le sale bingo. Bloccate le crociere. Vengono sospesi i concorsi pubblici, anche quello della scuola. Con l’eccezione di quelli che riguardano il personale della sanità. Sarà consentito l’accesso ai parchi, sempre rispettando la regola del distanziamento di un metro.
Le regole nelle zone arancioni
La seconda area è quella arancione, dove ci sarà un inasprimento delle regole rispetto alle zone gialle. Bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie qui resteranno chiusi sempre e non più solo dopo le 18. Sono salvi però parrucchieri e centri estetici. Dovrebbe essere vietato ogni spostamento in un Comune diverso da quello di residenza o domicilio, salvo comprovate ragioni di lavoro, studio, salute. Per il resto valgono tutte le regole delle zone gialle: 50 per cento di capienza sui mezzi pubblici, didattica a distanza integrale alle superiori, stop ai musei e coprifuoco dalle 22.
I divieti nelle zone rosse
Nelle regioni individuate ad alto rischio è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, e perfino gli spostamenti all’interno del territorio, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. La didattica a distanza in queste regioni scatterà già dalla seconda media (salvo le attività con minori disabili). Resteranno chiusi bar, pasticcerie, ristoranti, e tutti i negozi che non vendono beni essenziali. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio e – fino alle 22 – la ristorazione con asporto, con divieto di consumare sul posto o nelle vicinanze. Restano aperti i negozi di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti. E le industrie. Nessuna serrata per i servizi essenziali, ovviamente farmacie e supermercati saranno aperti al pubblico come a marzo scorso.
L’autocertificazione
Solo le Regioni rosse entreranno, quindi, in una sorta di lockdown che per molti aspetti ricorda quello della primavera scorsa. E su questi territori si discute sull’utilizzo dell’autocertificazione, in versione modificata, fortemente voluta dal ministro Speranza. Di certo, andrà compilata ed esibita quando si dovrà uscire dopo le 22, ossia quando scatterà il coprifuoco nazionale.
Le critiche delle Regioni
Il testo nelle ultime ore è stato al centro di uno scontro con le Regioni. “Destano forti perplessità e preoccupazione le disposizioni che comprimono ed esautorano il ruolo e i compiti delle Regioni e delle Province autonome”, si legge nel documento firmato dal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini. “Le Regioni, continua il documento, chiedono “di varare il provvedimento ristori insieme a dpcm”, e “ribadiscono la richiesta di univoche misure nazionali e, in via integrativa, provvedimenti più restrittivi di livello regionale e locale”. Da chiarire, infine, ”chi può e deve disporre la chiusura al pubblico di strade e piazze nei centri urbani”. Da Palazzo Chigi fanno sapere che il premier è già al lavoro con i ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli sul decreto ristori bis da approvare in settimana.