Nelle ultime ore Giuseppe Conte continua a ripetere lo stesso mantra: qualora l’Rt, ossia l’indice di contagiosità, dovesse schizzare alle stelle, come riporta ilgiornale.it, a causa di un’improvvisa impennata provocata da una variante del Covid-19 o per qualsiasi altro motivo, l’Italia dovrà fare i conti con una nuova stretta.
Cosa succederà a gennaio
Detto in altre parole, sull’Italia pende la spada di Damocle di nuove misure restrittive. Che, tradotto in gergo, potrebbero colorare di rosso l’intero Paese, o ampi strati del territorio. Il premier ha spiegato che, dopo gennaio, torneremo alla divisione territoriale per fasce di colore a seconda degli indicatori epidemiologici rilevati in ciascuna regione. Dunque: zona gialla, arancione o rossa, con divieti e limitazioni via via più stringenti con l’aumento di contagi, ricoveri e decessi.
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Attenzione però, perché non sono da escludere misure restrittive “extra”, se così possono essere definite, in caso di ipotetica terza ondata. “Le nostre previsioni sono state veritiere”, ha dichiarato Conte a Porta a Porta, sottolineando però una variabile non da poco. “Il tema è che se gli esperti ci dicono che la possibilità di una terza ondata a gennaio è concreta, non ci penso due volte, e tutti i ministri responsabilmente, a introdurre e rafforzare la cintura di protezione per il periodo natalizio”, ha messo le mani avanti il premier.
Le possibilità sul tavolo
Conte è però ottimista e spera che, grazie anche agli ultimi provvedimenti restrittivi, il 2021 possa aprirsi con spiragli di luce. E non solo per l’imminente arrivo del vaccino anti Covid. Il premier, dunque, auspica di trascorrere i mesi di gennaio e febbraio con un pizzico di serenità in più rispetto all’autunno nero appena trascorso dall’Italia.
Insomma, il piano dell’esecutivo in vista del nuovo anno sta lentamente prendendo forma. Il “piano A” scatterà soltanto se la situazione epidemiologica dovesse mantenersi costante: ovvero graduale calo dei contagi e zero impennate. In quel caso, gli italiani tornerebbero a districarsi tra zone gialle, arancioni e rosse. Sul tavolo c’è però un ipotetico “piano B”: misure più stringenti a fronte di possibili complicanze della pandemia.
Al momento i dati sembrano dalla parte del premier. Sappiamo, tuttavia, che la situazione è mutevole e che potrebbe cambiare nel giro di pochi giorni. Il tasso di positività è rimasto più o meno stabile, intorno all’8,2%. Toscana, Valle d’Aosta e Umbria sono le regioni che hanno mostrato i progressi migliori nella lotta al virus. Altre sono sulla buona strada. Adesso bisognerà capire come si risveglierà l’Italia nel 2021 dopo il giro di vite preparato dall’esecutivo per blindare le feste e con un vaccino in più.