Ecco che fine ha fatto “Gondolina”, la funivia urbana di Roma

Virginia Raggi, l’ex sindaca della Capitale e promotrice, durante il suo mandato, di una funivia nella zona di Casalotti, si chiede che fine abbia fatto il suo progetto.

La denuncia sui social

In un post pubblicato l’8 novembre sulla sua pagina Facebook, Virginia Raggi critica la giunta Gualtieri per aver definitivamente respinto il progetto della funivia di Casalotti, definendolo “inutile e costoso”. Parigi, ha spiegato Raggi nel testo, pochi giorni prima aveva approvata la costruzione di una funivia urbana che estende di 4,5 km la linea metropolitana numero 8. E a Roma perché non fare lo stesso?

La funivia in altre città, anche a scopi turistici

Raggi sottolinea come altre città nel mondo abbiano costruito funivie per collegamenti urbani, come ad esempio, Città del Messico, Hong Kong, Barcellona, La Paz e Santo Domingo. Anche città, con una rete metropolitana ben sviluppata, come Londra o New York, hanno comunque funivie a scopo turistico.

Bypassa il traffico e non inquina

O almeno lo avrebbe fatto. Infatti sarebbe stata “una soluzione possibile e non inquinante: sorvolare il traffico”, sostiene l’ex sindaca, riferendosi al progetto ‘Gondolina,’ approvato dalla sua amministrazione. “La nuova giunta avrebbe solo dovuto avviare la gara, i fondi erano stati approvati dal ministero. Ma la nuova amministrazione ha deciso di annullare il progetto, sostituendolo con una linea di autobus express che rimane bloccata nel traffico”. Raggi fa riferimento alla linea 91 express, inaugurata un anno fa tra Casalotti e Battistini.

La spiegazione dell’assessore

L’Assessore alla Mobilità di Roma, Eugenio Patanè, spiegando il rifiuto del progetto, ha affermato che la funivia “non è più prevista nelle nostre pianificazioni, né dal ministero, che ha lasciato a Roma i 110 milioni previsti ma ha rimosso la destinazione per la funivia. Con questi fondi costruiremo un’altra infrastruttura con lo stesso percorso, ma con tempi di percorrenza significativamente ridotti”.

Una risposta che presta il fianco alle accuse

La spiegazione di Patané, secondo alcuni è la classica pezza che è peggio del buco. “Tanto per cominciare – scrivono alcuni sui social – l’assessore non dice di quale infrastruttura si tratterebbe. Se poi dev’essere con tempi rapidi più di una funivia, deve trattarsi di un teletrasporto stile Star Trek”. Altri fanno notare che “il ministero non ha condiviso con Roma la decisione. Semplicemente ha preso atto che quei fondi ora sono destinati ad altri progetti e li ha lasciati alla città. Perché la spiegazione di Patané sembra invece voler sottolineare una concertazione di intenti tra ministero e Capitale, ma non è così!”.

In taluni casi, certe decisioni figlie della politica di partito, penalizzano il cittadino pur di non riconoscere le idee buone dell’avversario…

Foto d’archivio tratta da fanpage.it

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