Economia: ” Inflazione, questa sconosciuta … “

L’inflazione …

Foto di Engin Akyurt da Pexels

Oggi si sente parlare con molta frequenza del forte incremento dell’Inflazione e di come questo aspetto incida negativamente sui consumatori e sulla economia.

Per inflazione si intende l’incremento dei prezzi al consumo in modo continuo ampio e generalizzato.

In altre parole citando l’Istat (https://www.istat.it/it/archivio) l’inflazione riduce il potere di acquisto della moneta e quindi se non adeguatamente accompagnata da una crescita dei redditi, impoverisce i consumatori.

Da un punto di vista tecnico l’inflazione in Italia è misurata dall‘Istat attraverso una serie di indici dei prezzi al consumo.

Gli indici dei prezzi al consumo sono ottenuti rilevando statisticamente un campione dei prezzi di beni e di servizi di maggior consumo su base comunale, provinciale, regionale e nazionale.

Il paniere di beni e servizi oggetto di rilevazione viene modificato nel tempo in base ai cambiamenti delle abitudini di acquisto e la periodicità di rilevazione dei prezzi varia al variare dei beni.

L’indice NIC

L’indice utilizzato maggiormente è il NIC (Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività). Secondo l’Istat, a giugno del 2020, l’incremento annuo del NIC è pari all’8%. Tale crescita è dovuta soprattutto all’incremento dei beni energetici e dei beni alimentari.

Il problema dell’inflazione non è legato al numero in se, ma al rapporto che la stessa ha con la crescita economica. Una crescita economica molto più debole dell’inflazione non è in grado di generare un incremento di redditi e salari capaci di compensare la perdita di potere di acquisto della moneta e quindi un eccesso di inflazione è negativo per l’economia.

Chi controlla l’inflazione?

Nel mondo globalizzato sono le Banche Centrali i “controllori” dell’Inflazione. Negli ultimi mesi le politiche delle principali Banche Centrali sono state orientate al brusco contenimento dell’Inflazione.

Il contenimento dell’inflazione avviene attraverso una politica monetaria restrittiva che incrementa il costo del credito quindi, riduce acquisti di beni di consumo e relativi prezzi.

L’incremento del tasso di interesse ( costo del credito) da un lato “raffredda” l’inflazione; dall’altro, crea un rallentamento per l’economia in quanto si riducono consumi e investimenti.

In un contesto di problematiche globali ancora non superate (COVID e Tensioni Internazionali) il rischio di una recessione economica mondiale è in crescita. Il compito dei Governi attuali e di quelli che verranno nel 2023 è veramente difficile.

di M. Rugini

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