Smettiamola di parlare di quote rose, quasi fosse un qualcosa di gentilmente concesso: l’imprenditoria femminile è una realtà vera e autonoma, consolidatasi grazie all’impegno e al sacrifico di donne che si son prese quello che spettava loro.
“A Monterotondo abbiamo una zona industriale in salute che può vantare diverse imprenditrici – precisa Alessandra Clementini, Consigliera delegata alle Pari opportunità, Consigliera Comunale e Segretaria del Partito Democratico a livello cittadino – Possiamo vantare anche tante realtà nuove nate grazie alle opportunità offerte dalla Regione Lazio che ha fatto uscire lo scorso anno un bando dedicato all’imprenditoria femminile. La situazione di questo spaccato del mondo del lavoro nel nostro territorio, soprattutto rispetto alla presenza di donne in ruoli apicali, è molto positiva”.
Tanti i nomi di imprenditrici che, dopo aver preso in mano le redini delle aziende di famiglia, hanno continuato a portarle avanti con successo: “Carla Balzanelli, figlia del fondatore della Copisteria Balzanelli – evidenzia Alessandra Clementini – è un esempio di imprenditoria femminile. E come lei tante altre donne che ricoprono ruoli nei consigli di amministrazione”.
Imprenditrici che non solo gestiscono imprese molto solide ma che lo fanno anche con una attenzione particolare al sociale: “Bisogna uscire dall’idea della donna che accoglie – continua la Clementini – parliamo di presidenti di cooperative e associazioni che sono a tutti gli effetti imprese e, soprattutto, imprese in salute”.
L’essere rispettate in quanto imprenditrici non è però scontato, considerando che il mondo del lavoro è il luogo in cui le donne vivono di più la discriminazione, lo stereotipo e il sessismo: “Siamo di fronte a una difficoltà culturale su cui si lavora da tanto tempo e su più fronti – aggiunge la Consigliera – il fatto che alcune donne ricoprano ruoli apicali è il risultato di un lungo percorso di sensibilizzazione, di lotta e di confronto, anche aspro, durante il quale le donne hanno rivendicato il proprio ruolo. Non è un caso: i cambiamenti culturali sono sempre molto lenti e noi siamo cresciuti in una società che non prevedeva ruoli femminili in alcuni ambiti”.
Significativo il segnale che arriva dal comune di Monterotondo: “La Giunta rispetta le regole nazionali che prevedono almeno il 40% di figure femminili – dice sempre la Consigliera – tre dirigenti sono donne, come un numero significativo di dipendenti comunali”. Del resto, la sensibilità deve essere costruita, anche con una regolamentazione: “Senza l’opzione della doppia preferenza non saremmo molto probabilmente dove siamo oggi”.
Manifesto della forza dell’imprenditoria femminile nel territorio è il Caimo: il Consorzio Industriale e Artigianale di Monterotondo che raccoglie la quasi totalità delle aziende della zona industriale vede non solo infatti il 30% delle sue imprese portate avanti da imprenditrici, ma vanta anche un Consiglio di Amministrazione formato soprattutto da donne.