1400, un periodo in cui tutta la penisola italiana, era sconvolta da guerre ed attraversata da compagnie di mercenari e sbandati radunati in gruppi banditeschi, che si formavano in virtù delle diserzioni o della necessità di abbandonare i campi agricoli distrutti dalle battaglie, in particolare imperversava una accesa rivalità tra la famiglia Colonna ed Orsini, che da circa 200 anni si contendevano la signoria di Tagliacozzo.
Oltre alle due nobili famiglie romane, vi sono anche il Re di Napoli e il Pontefice Innocenzo VIII, che litigavano, fronteggiandosi in battaglia dal 1485 all’agosto dell’anno successivo; una situazione che aveva generato una forte tensione sociale.
Il 19 maggio del 1486 (secondo la tradizione, ma il santo era già morto in realtà nel 1444), dunque accadde il miracolo di San Bernardino da Siena, Vescovo ospite a Filettino, si inginocchiò in preghiera per intercedere in favore del paese, assediato dagli Orsini, sulla roccia dove si poggiò, sarebbe rimasta impressa l’impronta del piede e del ginocchio, a quel punto il cielo si fece cupo e cominciò una violenta grandinata che andò a colpire solo i soldati assedianti, accampati in quella che oggi è conosciuta come “Cona di San Bernardino”, mettendoli quindi in fuga.
Secondo la leggenda, le ghiande erano di ferro, di cui un esemplare sarebbe stato donato alla Parrocchia dalla famiglia Latini/Piacentini, sebbene lo stesso Mons. Filippo Caraffa, noto storico di Filettino e Trevi nel Lazio, nei suoi scritti, abbia indicato questo miracolo come una “fantasia popolare”.
Fatto sta, che dal 1528, Filettino accostò San Bernardino al già fu Patrono San Sebastiano, per poi abbandonarlo del tutto, in favore di Bernardino, che divenne Patrono ufficiale del paese.
Noi, non sappiamo come siano realmente andati i fatti, ma ci piace pensare che ogni leggenda abbia il suo fondo di verità e , magari, quella grandinata non fu che l’atto di scagliare pietre, sampietrini e tutto quello che i filettinesi avevano a disposizione, così come conveniva in ogni assedio.