Fino al 2 maggio le accise sui carburanti restano giù di 25 centesimi, e dopo che succede?

Gli effetti della crisi energetica e della guerra in Ucraina hanno provocato un forte impatto economico sui consumatori privati e sulle imprese e il governo è corso ai ripari. La riduzione dei costi al caro-carburante operato sulle accise ha di fatto ridotto il prezzo alla pompa di 25 centesimi al litro.

Il provvedimento aveva carattere di temporaneità e il periodo fissato è stato indicato per la durata di 30 giorni, dal 22 marzo al 21 aprile.
Superata tale data gli automobilisti temono un ritorno al regime di costo precedente. Ma il protrarsi della condizione dei costi energetici ha indotto il governo ad un prolungamento del termine fissato.

L’estensione al 2 maggio

Grazie al nuovo decreto infatti, la misura è prolungata di altri 11 giorni e la fine del  provvedimento slitta al 2 maggio. Il decreto interministeriale è stato firmato dal ministro dell’Economia, Daniele Franco e dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, al termine del Cdm riunito per il Def (Documento di Economia e Finanza).

Lo sconto effettivo

Sul prezzo di benzina e gasolio alla pompa, lo sconto effettivo è pari a 30,5 centesimi al litro (25 centesimi più 5,5 centesimi di Iva, calcolata su una base imponibile in cui entrano anche le accise). Un taglio ai costi finali che costituisce già un buon risparmio, ma esaurito questo periodo cosa succederà?

Dopo il 2 maggio

Tutto è destinato a tornare com’era con le accise a quota piena, oppure nelle intenzioni del governo è prevista qualche “assicurazione” a beneficio degli automobilisti? E’ chiaro che per il momento non ci siano certezze e che molto dipende dall’andamento delle questioni internazionali sulle eventuali future decisioni. Quelle che trapelano, più che indiscrezioni sono impressioni, e stando appunto a queste sensazioni, l’intenzione dell’Esecutivo resta quella del contenimento dell’impatto inflattivo. Anche perché altrimenti, qualsiasi ripresa, sarebbe “schiacciata” dai costi dei trasporti che si ripercuoterebbero anche e soprattutto sulle merci. Il governo quindi potrebbe continuare su questa linea, ma potrebbe anche essere allo studio una misura alternativa.

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