I lavoratori hanno appreso da una nota l’intenzione di vendere l’Azienda. La Regione prende posizione e i sindacati promettono battaglia.
Gli 11 milioni annunciati dal Governo per salvare la Fondazione Santa Lucia a quanto pare non basterebbero a scongiurare la crisi… La proprietà ha deciso di procedere alla vendita dell’istituto attraverso il tribunale, come riportato dalla Regione Lazio. La notizia è stata comunicata dalla Fondazione ai dipendenti tramite una nota interna.
La comunicazione ai dipendenti
Nella nota, la Fondazione accusa la Regione di essere responsabile della crisi a causa di una remunerazione insufficiente per le prestazioni erogate, nonostante la struttura offra servizi di alta specializzazione in neuroriabilitazione ospedaliera. La Fondazione spiega che, per affrontare questo “paradosso”, è stato avviato un lungo contenzioso, ma non si è riusciti a trovare un accordo con la Regione negli ultimi 20 anni. Ora si prevede la ricerca di un nuovo soggetto industriale che garantisca la continuità delle attività, mentre la Fondazione Santa Lucia cesserà di esistere come entità giuridica. La nota precisa che non sarà una “svendita” al miglior offerente, poiché sarà supervisionata dal tribunale.
La reazione della Regione Lazio
La comunicazione ha generato preoccupazione tra i mille lavoratori e ha spinto la Regione Lazio a intervenire con una nota critica, definendo la decisione uno “schiaffo” dopo l’aiuto ricevuto dal Governo. La Regione esprime disappunto per la scelta di procedere con il concordato semplificato e non con l’amministrazione straordinaria, che avrebbe permesso una maggiore tutela dei creditori e dei livelli occupazionali. La Regione rimarca che questa seconda opzione garantirebbe la sostenibilità dell’istituto.
Il rifiuto dell’amministrazione straordinaria
La Regione Lazio ricorda gli sforzi fatti nell’ultimo anno per trovare soluzioni e per la salvaguardia dell’eccellenza del Santa Lucia e dei posti di lavoro. Lamentando il rifiuto della proprietà di collaborare col progetto proposto dal Ministro Urso e dal Presidente Rocca. Secondo la Regione, la vendita escluderà la possibilità di un coinvolgimento pubblico nella gestione, in quanto la Regione non può partecipare a gare per ovvie ragioni.
Smentita sulle cause della crisi
La Regione respinge le accuse della Fondazione, affermando che non è stata la mancata remunerazione a causare la crisi, poiché le prestazioni sono sempre state pagate in base alle tariffe nazionali. Critica poi la scelta della proprietà di scaricare le colpe su altri, creando incertezza per lavoratori e pazienti.
La reazione dei sindacati
I sindacati hanno subito denunciato la gravità della decisione di comunicare tali scelte direttamente ai dipendenti senza coinvolgere le organizzazioni rappresentative. Sono preoccupati per le conseguenze della vendita e chiedono un incontro urgente con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per evitare una “svendita” a privati. I sindacati ritengono che l’unica strada accettabile sia l’amministrazione straordinaria con la partecipazione della Regione Lazio. Hanno inoltre annunciato azioni di protesta, tra cui presidi e una fiaccolata aperta al pubblico, per opporsi a qualsiasi svendita.
Foto tratte dal web