Il convegno dello scorso 30 settembre, svoltosi a Frosinone a cura dell’APARF (Associazione Progetto Aeroporto di Roma Frosinone e Sviluppo del Basso Lazio), ha delineato i risultati dell’impegno ad oggi svolto del sodalizio nato con lo scopo di promuovere lo sviluppo dell’Aeroporto di Roma-Frosinone quale terzo scalo commerciale del Lazio. Presenti illustre personalità che si sono alternate negli interventi: l’avv. Pierluigi di Palma ( Presidente Enac), Jacopo Signorile (Senior Advisor KPMG),l’avv. Antonio Pompeo (Presidente della Provincia di Frosinone), Carmine Polito (Presidente Federlazio Frosinone) ed il senatore della Lega Gianfranco Rufa. Proprio il senatore Rufa instancabilmente si è adoperato per offrire una nuova opportunità all’aeroporto , in considerazione dell’ipotizzabile perdita della sede della scuola elicotteristi dell’A.M. L’intervento del senatore Rufa (nella foto) è stato pressoché di grande stimolo, concretizzando quello che fino a poco tempo fa era solo un sogno, e cioè la seconda vita dell’aeroporto di Frosinone. “E’ indiscutibile che gli aeroporti ricoprono un ruolo strategico di promozione del territorio –sottolinea il senatore Rufa nel suo intervento- infatti, svolgono l’importante funzione economica grazie alla capacità di attrarre investimenti e di garantire in tempi brevi i collegamenti aerei. La presenza dell’aeroporto, avrà inevitabili effetti positivi sul territorio stesso, con una grande propulsione sull’economia, sul turismo e sull’occupazione. Quello dell’aeroporto di Frosinone, è un importante anzi fondamentale tassello, per questo territorio, raggiunto oggi dall’Alta Velocità del Freccia Rossa, quindi è necessario che via sia un sistema di pianificazione, che coinvolga tutte le realtà produttive del territorio unite nel raggiungimento di questo grande progetto. Sono soddisfatto di aver creduto sempre in questa possibilità di riscatto dell’aeroporto di Frosinone, che si sta sempre più delineando, il convegno di oggi ne è la dimostrazione, ed è un’occasione che non si può perdere, perché è una risposta doverosa verso la collettività”.