Il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni richiama alla necessità di investimenti successivi alla fine del programma per la ripresa. E annuncia che non si candiderà alle prossime elezioni europee.
Trovare fondi dopo il 2026
I programmi Ue per la rinnovata competitività ci sono, ma il punto è cosa faremo in futuro. Il Commissario per l’Economia, Paolo Gentiloni apre l’interrogativo sul dopo Pnrr. I piani nazionali per la ripresa potranno essere finanziati dal Next Generation Ue e dal suo Recovery Fund fino al 2026. Ma dopo, reperire i miliardi per la Green economy europea diventa un obiettivo non privo di difficoltà. Gentiloni poi dice che è un futuro al quale non parteciperà perché non intende candidarsi alle prossime elezioni europee.
Gli eventi mondiali influiranno
Non possiamo pensare ad una proroga del Next Generation oltre i tempi fissati, ha ricordato in Commissione Affari economici del Parlamento europeo. Dobbiamo allora cominciare a ragionare sul dopo 2026. Il 2024 vedrà ancora il conflitto russo-ucraino e quello in Medio Oriente. E porteranno rischi al ribasso per la crescita dell’Europa nell’economia globale. Ci sono poi le elezioni in USA che rischiano di impattare sull’agenda Ue e sugli Stati membri.
Il commissario all’Economia non si riferisce direttamente a nessuno, ma ricorda che l’Unione europea è parte di un mondo globalizzato. Richiama l’attenzione al fatto che concorrenti come Cina e Stati Uniti giocano la corsa alla sostenibilità con regole diverse. Per il momento la Ue spinge investimenti e fa da traino, ma dopo il 2026 cosa succederà? L’approccio alle soluzioni sarà onere della prossima legislatura, infatti le elezioni europee sono in calendario per il prossimo 6-9 giugno. Prima delle presidenziali Usa che sono previste per il 5 novembre 2024.
Taiwan
Ulteriore elemento di valutazione sono le elezioni di Taiwan che possono già indicare una linea sul proseguimento della doppia transizione. Il Paese è infatti strategico per i semiconduttori e microprocessori che servono per l’agenda verde e digitale della Ue. Il democratico-progressista Lai Ching-te favorito alla presidenza, può essere l’alleato giusto per l’Europa perché non è filo-cinese. Ma le sue posizioni autonomiste potrebbero provocare reazioni dalla Repubblica popolare cinese.
Non siamo in recessione
L’immediato non preoccupa dice Gentiloni precisando che non siamo in recessione. Sottolineando che le riforme e il Pnrr hanno messo l’Europa in posizione di resistenza agli shock derivati dalla guerra in Ucraina e dal conseguente aumento dell’inflazione. “Il consiglio per tutti – conclude – è andare avanti col piano per la ripresa. Ma la politica nazionale ed europea deve iniziare a ragionare sul futuro della sua agenda sostenibile”.
Foto generica di Paolo Gentiloni tratta dal web