Ospite a “Che tempo che fa” su Rai 3, ieri sera il ministro della difesa Guido Crosetto ha detto che il sesto decreto per la fornitura delle armi in Ucraina è quasi pronto. Secondo Crosetto, il decreto avrà la condivisione di gran parte del Parlamento.
La fornitura degli armamenti riguarda in particolare quei sistemi missilistici utili alla difesa degli attacchi aerei (di altri missili). Il governo sarebbe pronto per la fornitura degli Aspide, missili terra-aria per la difesa delle città, ma il nostro Paese provvederà anche all’invio degli scudi antimissile Samp-T. Questi ultimi messi a punto con la Francia.
Gli attacchi a terra
Il ministro della difesa ha inoltre spiegato che adesso in Ucraina ci si dovrà aspettare “un aumento degli scontri via terra”, precisando che di conseguenza le richieste ucraine sono cambiate rispetto ad una settimana fa. Ora chiedono anche aiuti bellici per contrastare gli attacchi via terra. Uno scenario che muta proprio perché ci saranno tentativi di riconquistare territori in Ucraina usando quei mezzi terrestri non ancora impiegati.
L’Italia ha già fornito 5 pacchetti di aiuti (armi)
“L’Italia ha già fornito all’Ucraina 5 pacchetti di aiuti nel campo della difesa per circa 1 miliardo di euro”. Questo è quanto ha dichiarato in una intervista il ministro degli Esterie vice premier Antonio Tajani, sabato mattina. Il titolare della Farnesina ha aggiunto che “è in preparazione un sesto pacchetto, che include sistemi di difesa aerea. Il ministro Kuleba ha ringraziato per il sostegno fornito, – ha precisato Tajani – ho ribadito che continuerà”. Il ministro ha aggiunto che “In collaborazione con la Francia stiamo finalizzando l’invio del Samp-T, e comunque ci sono altre azioni a cui lavoriamo riservatamente”. Il vicepremier ha concluso dicendo: “Ricordo che il decreto Ucraina ha esteso al 2023 la possibilità di forniture. Rispetteremo l’impegno preso”.
Nessun cambio di programma
Il quadro complessivo della posizione del governo in merito al conflitto, non sembra riservare sorprese o ripensamenti. Il nostro Paese continuerà a fornire supporto di armamenti all’Ucraina. Va comunque detto che non tutte le forze politiche condividono questa scelta, tra i partiti di opposizione c’è infatti chi sostiene che sia un processo utile solo ad alimentare il conflitto. Chi si oppone all’invio di armi sostiene che vada invece fatto un lavoro di apertura di dialoghi e di diplomazia. E’ però vero anche che finora le piste diplomatiche non hanno condotto a risultati apprezzabili. Intanto nel Paese, la popolazione continua a fare i conti con gli ormai 11 mesi di attacchi, distruzione e morte.
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