Nelle prossime settimane andranno affrontate le misure relative alla Manovra finanziaria. Gli interventi da adempiere sono molteplici e in particolare va definito un piano contro il caro-energia. C’è poi la flat tax e la questione del Reddito di cittadinanza. Dal ministero dell’Economia i miliardi messi in campo sarebbero 30, il rialzo del deficit al 4,5% ne porterebbe 21 ed il resto arriverebbe dai tagli.
I punti caldi della Lega
Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia al momento è alle prese del G20 a Bali. Quello che si suppone è che al rientro farà il punto con Matteo Salvini, proprio sulle questioni care alla Lega: le pensioni e la flat tax.
Due terzi di risorse al caro-energia
Il 60% e oltre delle risorse economiche in Legge di Bilancio saranno destinate al contenimento dei rialzi dei costi dell’energia, per il sostegno a famiglie e imprese. Ci si dovrà districare tra crediti d’imposta, taglio delle accise e rateizzazioni.
La tassa piatta
La Manovra dovrebbe avere due fasce di interesse per la flat tax. La prima è l’allargamento della “tassa piatta” a partite Iva e autonomi che arrivino ad un tetto di ricavi fino a 85mila euro. La seconda è la flat tax incrementale per i regimi forfettari che avrebbero un’aliquota pari al 15%.
Dove prendere le risorse per la flat tax
Il governo avrà la copertura dai risparmi dal Superbonus (ridotto al 90% col decreto Aiuti quater) e dalla revisione delle deduzioni e detrazioni. Quanto anticipato ufficiosamente vedrebbe infatti l’abbassamento, da 120 mila a 60 mila euro, della soglia di reddito per questi benefici fiscali. Ci sarebbe poi una nuova rottamazione…
Quota 41
Nella legge di Bilancio ci sarà spazio anche per provvedere al superamento della legge Fornero, almeno per un anno. L’ipotesi dell’anticipo alla pensione con 61 o 62 anni di età. E’ un operazione che peserà sulle casse del governo nell’ordine di un miliardo di euro e le risorse saranno quelle derivanti dalla revisione del Reddito di cittadinanza.
Il cuneo fiscale
Dovrebbe essere garantito il taglio dei due punti percentuali del cuneo fiscale. Una misura già introdotta dal precedente governo Draghi. Ma l’ipotesi è che si possa anche arrivare oltre, magari in tempi diversi. Appare invece poco concreto il taglio di cinque punti dei tempi della campagna elettorale.
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