Per fine anno il governo manda in pensione il sistema quota 100. Il 31 dicembre 2021 chiuderà le porte al meccanismo di miglior favore per l’uscita dal mondo del lavoro e per l’accesso alla pensione. Da giorni emergono però ipotesi che, anche se meno appetibili, restano in ogni caso interessanti. Tra queste, quella che sembra più accreditata, è quella che già è stata ribattezzata: quota 102.
Con l’ultima bozza del Recovery Plan, il governo si direbbe orientato al superamento definitivo della riforma varata dal governo Conte I.
Avanza però l’ipotesi che la misura sarà sostituita da una nuova mini-riforma, già definita quota 102. Non ci sono tuttavia certezze su questa che, al momento, resta un’ipotesi.
Un termine annunciato
Negli scorsi mesi, la Politica ha affrontato la materia. E che si andasse verso il termine di quota 100, senza possibilità di una proroga, era già fondamentalmente acquisito. La conferma è arrivata con la bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza messo a punto dal Governo.
Non si prevedono proroghe di termine al pensionamento anticipato voluto dalla Lega, e introdotto nel 2019 dal governo GialloVerde, con la formula sperimentale per tre anni. Il governo sta tuttavia pensando a misure sostitutive da destinare alle categorie dei lavori usuranti.
Cosa prevede quota 102
Resterà invariata la durata di contribuzione di almeno 38 anni (come per quota 100), il limite dell’età anagrafica sale invece a 64 anni.
SI restringe la platea dei possibili fruitori, rispetto a quota 100. L’anticipo alla pensione passerebbe a soli tre anni invece dei cinque attuali.
Voci trapelate dal ministero Economia e Finanza, sostengono che, questa di quota 102, sarebbe un’ipotesi piuttosto avvalorata da più parti. Sarebbero inoltre previsti dal governo, sconti contributivi destinati alle categorie più svantaggiate.