Roberto Speranza, il ministro della Salute, fa il punto sulla situazione sanitaria e invita tutti “a tenere i piedi per terra”. Il ministro precisa che non è che ci sia un giorno stabilito per la fine del Covid. Non è che ad una certa data non ci saranno più contagi e tutto finirà. Speranza precisa che seppure il 31 marzo scadrà lo stato d’emergenza non significa che potremo inneggiare al “liberi tutti”, non sarebbe certo la strategia migliore. Poi fa notare che siamo ancora ai 60 mila casi al giorno e di conseguenza, ancora per un po’ di tempo sarà necessario l’uso della mascherina al chiuso e del Green pass. Ma parla anche di possibilità di ricorrere ad una quarta dose di vaccino.
Cauto entusiasmo
Speranza annuncia che il governo sta lavorando ad una road map per l’allentamento delle restrizioni, ma conferma la sua posizione prudente, e il messaggio che lancia è chiaramente diretto a quelle forze politiche nella maggioranza di governo che chiedono un veloce avvio dello scioglimento dello stato di emergenza sanitaria. Ribadisce come il ricorso al Green pass abbia avuto un ruolo fondamentale nella lotta al virus e come le mascherine al chiuso siano ancora importanti.
Ancora una dose di richiamo
A marzo scatta la quarta dose per gli immunocompromessi che potranno riceverla dopo 120 giorni dall’ultima somministrazione. Si sta però valutando una dose di richiamo per tutti, dopo l’estate. Il ministro ritiene che per la quarta dose la probabilità sia concreta e ribadisce che il Covid non ha una scadenza da calendario.
24 mesi dal primo caso
Sono passati due anni dal primo caso e oggi il 91% degli italiani sono vaccinati. Questo è un grande segnale, fa notare il ministro, che dice di guardare con fiducia alle prossime settimane, sempre all’insegna della prudenza. I numeri lasciano ben sperare al miglioramento continuo e costante. I primi segnali di un ritorno alla normalità si vedranno già il 1° marzo, con l’aumento della capienza degli stadi e dei palazzetti. Dal 10 di marzo poi ci sarà un’ulteriore fase di allentamento per cinema, impianti sportivi, ristorazione, ma anche semplicemente per far visita ai familiari ricoverati. Il 15 giugno segna un’altra tappa importante, la fine dell’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni.