I cittadini di Nerola tornano a bere. Storia di un’emergenza gestita con leggerezza

L’allarme

Il giorno 6 ottobre scorso sulle pagine social del Comune di Nerola (RM), alle ore 15,48 è stato pubblicato un avviso alla cittadinanza nel quale era spiegato che da comunicazione della Asl Rm5, in base ai controlli/prelievi alla rete idrica erano stati riscontrati valori alterati. Quindi nell’avviso si proibiva il consumo dell’acqua per uso umano.

Il sindaco Domenico Lelli di conseguenza firma un’ordinanza nella quale, vista la segnalazione della Asl, con nota di Arpa Lazio, dalla quale – spiega l’ordinanza – “si evince la non potabilità dell’acqua” e quindi, il potenziale pericolo, ne ordina il divieto di consumo per Nerola e per la frazione di Osteria di Nerola (servite dalla medesima condotta idrica).

Fin qui tutto regolare, ma arriva un primo “scivolone”

Nell’ordinanza il sindaco intima alla società Acqua Pubblica Sabina (gestore dell’acquedotto) di provvedere immediatamente all’affissione di cartelli che indichino il divieto per consumo umano. Intima inoltre all’APS di procedere agli eventuali interventi necessari e se nel caso alla disinfezione dell’acquedotto. Quindi di operare nuovo prelievo di verifica per la potabilità.

L’ordinanza viene trasmessa oltre che ad APS, anche alla Asl RM5, ad Arpa Lazio e alla Prefettura.

Perché perdere tempo ed “ordinare” ad APS di avvisare la popolazione con cartelli quando poteva attivarsi immediatamente il Comune? L’amministrazione provvede a pubblicare un avviso su un social network affinché la cittadinanza venga informata, ma non tiene conto di alcuni elementi importanti.

Non tutti utilizzano Internet, e comunque non è sicuro che questo accada prima di aver consumato acqua per bere o cucinare o anche semplicemente per lavarsi i denti.

Ammesso che questi cartelli di avviso siano affissi quanto più tempestivamente possibile dal gestore, non c’è certezza che tutti i cittadini ne prendano visione, a meno che non si tappezzino letteralmente le strade di Nerola e Osteria di Nerola. C’è poi comunque la possibilità che qualcuno non si trovi ad uscire dopo l’affissione di questi avvisi e ne prenda atto solo il giorno dopo, magari nel pomeriggio.

Ad Alcuni questo è sembrato un sorta di “scaricabarile”. “Il Sindaco si è messo al riparo pubblicando e inviando l’ordinanza di divieto. – Hanno sottolineato alcuni – Ma non ha gestito affatto con saggezza e capacità la questione, come invece atterrebbe al suo ruolo”.

Cosa poteva fare il Comune?

1) Poteva e doveva ottenere la sicurezza che ogni residente fosse messo al corrente della condizione di rischio.

2) Poteva mandare dei collaboratori, dei volontari, persino la protezione civile a suonare campanelli casa per casa per avvisare.

3) Poteva far uscire un’auto con un megafono che passando in ogni strada del paese ripetesse come una litania esasperante che l’acqua non era potabile.

4) Poteva più semplicemente delegare quante più persone per contattare i cittadini telefonicamente (magari invitandoli ad avvisare essi stessi i vicini).

Poteva e doveva, ma non lo ha fatto, rischiando così che qualcuno non sapesse.

Intanto i cittadini si interrogano

La comunità al cospetto della notizia, naturalmente ha espresso ovvia preoccupazione sulla natura di questa “alterazione dei valori”. Ne ha chiesto lumi al Comune, ma non ci sono state risposte. C’è stato chi ha poi denunciato il fatto che sulle pagine social fosse addirittura inibito commentare. Anche la consigliera di opposizione Ester Rubini ha chiesto ufficialmente quale fosse la natura di questo presunto inquinamento all’acqua potabile ma nemmeno lei è riuscita ad avere notizie certe.

Anche in questo caso è ravvisabile per lo meno un atteggiamento di sufficienza da parte dell’amministrazione. Di scarsa sensibilità verso chi avesse bevuto acqua di rubinetto e solo in seguito abbia appreso della sua non potabilità. Chiunque si fosse trovato in questa situazione avrebbe avuto paura per eventuali conseguenze e avrebbe voluto sapere (nel caso) cosa dire al medico. Come ha sottolineato, facendo proprio questo esempio, un cittadino sulla chat del gruppo di opposizione.

C’è anche da considerare oltretutto che il prelievo è stato fatto il giorno precedente all’avviso del Comune. Anche questo particolare è stato precisato in chat da una cittadina di Nerola. Quindi è evidente che più di qualcuno in quella forbice di tempo possa aver consumato acqua.

Un primo chiarimento

Alle ore 11,44 di sabato 7 ottobre arriva un primo chiarimento dal Comune (sempre sul social network). Il sindaco – si legge nella comunicazione – ha contattato la Asl e questa lo ha informato che l’acqua può essere usata per lavarsi (wow), ma non può essere usata per scopi alimentari, fatto salvo un processo preventivo di bollitura. La Asl precisa poi che si tratta di un problema di “lieve entità” e che le misure sono adottate precauzionalmente.

Nel testo si legge poi che Aps sta lavorando per ripristinare i parametri normali.

Infine l’amministrazione cade ancora nell’errore di sottovalutare la possibilità che alcuni non utilizzino la rete e scrive: Per dubbi o domande contattare tramite Messanger…

Anche sotto questo avviso, come in tutti gli atri, continua ad apparire la dicitura: Comune di Nerola ha limitato chi può commentare questo post”.

Terzo giorno

Lunedi 9 alle ore 13,38 sempre sul social, il Comune pubblica un nuovo aggiornamento:

Martedì 10 ottobre

Con un laconico commento sul social il Comune informa che “I campioni sono attualmente al laboratorio di analisi, che prevede di ottenere i risultati tra giovedì e venerdì”.

In questo tempo che è trascorso senza che si potesse usufruire dell’acqua potabile molti cittadini sono ricorsi a fontanelle fuori comune o hanno ripiegato all’acquisto di acqua in bottiglia. Attività che comunque comportano tempo, denaro e fatica. Ci sono poi quei cittadini che non dispongono di un’auto per andare a “caricare” qualche bottiglia d’acqua o che sono fisicamente in difficoltà nel portare a casa un cartone di bottiglie acquistate in negozio.

Anche in questo caso l’emergenza è stata gestita male perché sarebbe stato opportuno far arrivare in paese una cisterna con l’acqua potabile per agevolare quei cittadini più fragili sotto questo aspetto.

Ecco, in questo caso il sindaco avrebbe dovuto “intimare” o almeno concordare con APS l’attuazione di questo servizio. Proprio come accade in questi casi in qualsiasi città o in qualsiasi quartiere cittadino quando si verifica un’emergenza di questo tipo.

Anche per questa fase, la consigliera di opposizione Ester Rubini ha tentato di far leva presso l’amministrazione, ma le richieste sono state ignorate, come lei stessa ha confermato nella chat dell’Associazione.

Il giorno della risposta delle analisi

Venerdì 13, ottavo giorno dell’emergenza. Prima ancora dell’ufficialità, erano circolate voci circa la potabilità accertata dell’acqua, ma tutti sono stati concordi nell’attendere la notizia dal Comune prima di riempire i bicchieri. Alle ore 14,32 infatti sul solito canale preferito dall’amministrazione (il social) è arrivata la Revoca all’ordinanza di divieto dell’utilizzo di acqua potabile.

Tutto è bene ciò che finisce bene

Con queste parole, un assunto popolare vuol indicare che alla fine, scampato il pericolo e le difficoltà, se le cose sono andate bene, possiamo buttarci alle spalle tutto quanto e ricominciare. Si potrebbe anche essere d’accordo con quanto sopra ma resta l’amaro in bocca di aver vissuto una sorta di snobismo da parte delle istituzioni. Di essere stati poco considerati come cittadini. Di aver preso coscienza che il mestiere di amministratore non si improvvisa e ci vuole davvero quella giusta sensibilità per proteggere i cittadini fino in fondo e fino all’ultimo di essi, specialmente i più fragili.

Chi ha lamentato la cattiva gestione delle fasi di questa situazione, lo ha fatto con indignazione e con molta delusione. Chi si è sentito un cittadino di serie B, non degno di ricevere informazioni, ha subito una violenza psicologica tale da farlo sentire piccolo, poco importante. Non accade questo nelle comunità dove c’è rispetto reciproco e non accade dove, seppure il rispetto dovesse mancare, si ricorre all’educazione, bypassando pregiudizi e dissapori personali.

Nerola adesso ha imparato una lezione nuova.

In rispetto del pluralismo e della democrazia la redazione de ifattinews è pronta ad accogliere eventuali precisazioni da chiunque volesse apportare elementi alla vicenda descritta.

Foto copertina: lamescolanza.com – Foto interne: Facebook

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