L’Unione Europea e l’Italia, il rapporto è sempre più difficile. Al punto che un’analisi del Financial Times, alla vigilia dell’incontro dell’Eurogruppo che deciderà quali saranno le misure fiscali straordinarie rese necessarie dall’emergenza Coronavirus, si chiede se l’organismo non stia ormai perdendo il supporto degli italiani: “Tra gli italiani, furiosi per l’indifferenza europea di fronte alla loro condizione e per la resistenza eccessiva ai coronabond, si intensifica il senso di tradimento. È un sentimento crescente anche tra l’élite filo-europea del Paese”.
Un dubbio che apre le porte a un possibile addio dell’Italia al progetto europeo per sempre, a meno che non vengano intrapresi interventi coraggiosi, soprattutto sulla spinta dei Paesi del Nord Europa: secondo un sondaggio condotto da Tecné, il 67% degli intervistati ha dichiarato di ritenere che far parte dell’Unione sia ormai uno svantaggio, rispetto al 47% del novembre 2018.
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Tusk ha avvisato sulle necessità di intervenire per salvare l’Italia, la Spagna, ma in generale tutta l’Unione Europea, senza aver paura di misure straordinarie. E, tra l’altro, ha sottolineato che, nonostante l’aiuto sostanziale sia stato maggiore rispetto a quello di Russia e Cina, la percezione a volte può essere più importante dei fatti. Il timore è che tale amarezza possa alterare la politica a favore di altri euroscettici, a partire dalla Lega di Matteo Salvini. La speranza delle forze più europeiste in Italia è che il crescente shock dovuto all’emergenza Coronavirus spinga i Paesi del Nord Europa a fare gesti di sufficiente solidarietà per riparare al danno fatto. Un primo passo in avanti è stato fatto dal Primo Ministro dei Paesi Bassi Mark Rutte, che ha proposto un fondo di solidarietà di 20 miliardi di euro, con trasferimenti in contanti nelle casse di Roma e Madrid per il finanziamento delle spese mediche di emergenza.
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I ministri delle Finanze dell’Unione Europea si incontreranno martedì per concordare un pacchetto di misure diretto a potenziale il fuoco fiscale in tutta Europa. La crisi “obbliga politici, economisti, accademici a rivedere alcuni dei principi a cui tenevano di più e a disfarsi di convinzioni che un tempo sembravano sacrosante”. E ora, persino nella Cdu di Angela Merkel, pur prevalendo l’opposizione agli eurobond, cominciano a esserci dei ripensamenti, allineandosi ai socialdemocratici che sono con loro al governo.