IL SALVADENARO n. 4/2021
Rubrica di economia e finanza a cura di Mario Rugini
Il caos vaccini in Europa
Il 2021, come tutti sanno, si è aperto con la diffusione iniziale dei vaccini contro il COVID-19. La speranza era quella di una diffusione omogenea del vaccino basata sul funzionamento di un mercato con elevata concorrenza e specializzazione tecnica. Infatti le cosiddette big Pharma ovvero multinazionali del farmaco con sforzi ingenti e velocità sorprendente in poco meno di un anno hanno realizzato quello che molti illustri virologi hanno chiamato “miracolo” ossia il vaccino anti covid.
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Nel corso del primo semestre del 2021 a livello europeo si pensava di poter disporre in modo sufficientemente omogeneo di quattro vaccini (Pfeizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson and Johnson).
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Tuttavia la realtà soprattutto in Europa è stata ben diversa con ritardi di consegne sui primi due e una incredibile bolla mediatica sul terzo. In particolare sono emersi due aspetti principali:
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1) Negoziazione tra Unione Europea e big Pharma frammentaria e poco specifica sugli impegni di consegna. Infatti i contratti di fornitura sono stati stipulati a capacità di produzione non testata.
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2) Un comportamento poco preciso da parte dei media nei confronti del vaccino meno costoso ovvero Astrazeneca. Di questo vaccino sono stati esposti presunti limiti, i ritardi nelle consegne e gli effetti collaterali. Tutto questo è avvenuto senza analizzare in modo pubblico e sufficientemente chiaro numeri e statistiche.
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È ancora presto per delineare un quadro degli effetti economici specifici di questa vicenda, ma certamente tutto ciò che crea ritardo nella diffusione del vaccino può contribuire a determinare ritardi nella ripresa economica e soprattutto squilibri sociali nella stessa.
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La preoccupazione maggiore e che settori economici già pesantemente colpiti dalla pandemia vengano definitivamente eliminati dalla mappa economica del continente.
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In sostanza il rischio è che il ritardo e la disomogeneità nelle vaccinazioni comprometta l’efficacia del Recovery Fund e che quindi si possano amplificare i grossi squilibri economici già presenti tra Nazioni, tra settori economici e persone.
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