Il decreto Cura Italia: i principali provvedimenti economici adottati

Rubrica di economia e finanza a cura di mario Rugini

Il dibattito politico sulla gestione economica degli impatti del Covid 19 è particolarmente accesso.

L’azione del Governo è stata pesantemente criticata dalle opposizioni per un uso eccessivo dei Decreti legge e per provvedimenti  economici lenti e insufficienti.

Nella piena consapevolezza della difficile analisi del Decreto Legislativo 18/2020 in questo articolo si esporranno  le principali misure economiche adottate in marzo e alcune stime di quantificazione dei danni per le imprese al fine di evidenziare il nodo cruciale del problema

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Il Decreto Cura Italia, vede la sua approvazione il 17/03/2020 e definisce uno stanziamento complessivo di 25 miliardi di euro di deficit pubblico. La logica è di pronto intervento, ovvero affrontare la prima fase di emergenza , andando a destinare i primi fondi alla prima linea di emergenza.

In tal senso le principali misure adottate sono:

  • Finanziamento straordinario spese sanitarie e protezione civile per 3,5 miliardi
  • Potenziamento ed estensione della Cassa Integrazione a tutte le imprese per 3,2 miliardi + potenziamento del fondo di integrazione salariale per 1,3 miliardi
  • Con il decreto legge 18/2020 e il successivo D.L. 23/2020 è stata ampliata in modo significativo l’operatività del Fondo Centrale per le Garanzie delle PMI. Questo per consentire prestiti alle imprese attraverso le garanzie dello Stato per oltre 100 miliardi complessivi.
  • Stanziamento del bonus di 600 euro per circa 4 milioni di Partite Iva che hanno subito crolli di almeno il 33% del fatturato. Lo stanziamento complessivo sono oltre 3 miliardi
  • Stanziamento di oltre 1,2 miliardi per congedi parentali e bonus baby sitter
  • Stanziamento di oltre 1,2 miliardi per bonus stipendi dipendenti in sede e straordinari settore sanitario
  • Fondo per la Sospensione mutui per oltre 500 miliardi di euro.

In aggiunta vi sono altri stanziamenti per il differimento delle scadenze fiscali, gli enti locali, il turismo, lo spettacolo e il settore aereo.

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Il governo sostiene che questa manovra avrà un effetto leva (beneficio sull’economia) di oltre 200 miliardi di euro.

Per Cerved, la società che da quarant’anni analizza i bilanci di tutte le imprese italiane rischia di fallire il 10,4 per cento delle imprese italiane e il danno stimabile per le aziende è quantificabile tra i 275 e i 641 miliardi di euro di fatturati in meno.

Risulta abbastanza evidente come il nodo cruciale della questione è il punto 3 ovvero i prestiti alle imprese.

Da un lato è doveroso rafforzare il sistema di garanzie per le imprese che hanno bisogno di nuovi prestiti o moratorie, dall’altro in ottica europea sarebbe opportuno non solo concedere prestiti, ma fornire liquidità a fondo perduto per nuovi investimenti ad alto valore aggiunto che consentiranno di ripagarli nel tempo in modo adeguato.


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