Due fratelli in balia della giustizia: il diritto di essere ascoltati negato
Premesso ciò, passiamo al fatto …
Due ragazzi, rispettivamente di 13 e 15 anni, figli di genitori separati, si trovano al centro di una controversia che coinvolge non solo le loro scelte scolastiche, ma anche il loro diritto di essere ascoltati.
Mentre la madre vive in Sardegna e il padre in Umbria, i due fratelli avrebbero voluto iniziare il nuovo anno scolastico vicino al papà, in Umbria. Tuttavia, nonostante il desiderio espresso di voler rappresentare questa volontà al giudice, il loro diritto di essere ascoltati non è stato ancora rispettato. Il nuovo anno scolastico è alle porte e i due ragazzi si trovano, di fatto, privati della possibilità di esprimere la loro opinione.
La situazione attuale
Dopo la separazione dei genitori, i due fratelli sono rimasti a vivere con la madre in provincia di Sassari. Il padre, pur abitando in Umbria, si reca puntualmente ogni mese in Sardegna per trascorrere del tempo con loro. Quando nel febbraio di quest’anno è stato il momento di scegliere la scuola da frequentare, i ragazzi hanno manifestato il desiderio di trasferirsi con il padre in Umbria per frequentare il liceo lì. Tuttavia, la madre si è opposta, rifiutando il consenso e ignorando il desiderio espresso dai figli.
La questione è stata portata davanti al Tribunale di Sassari, che ha autorizzato provvisoriamente la madre a iscrivere i ragazzi in una scuola sarda. Il padre, assistito dall’avvocato Igor Turco del foro di Roma, ha chiesto formalmente che i minori venissero ascoltati dal giudice, in linea con quanto previsto dalla recente “Riforma Cartabia”. La riforma, infatti – come abbiamo anticipato – stabilisce l’importanza di ascoltare l’opinione dei minori in decisioni che influenzano direttamente la loro vita, tenendo conto della loro età e del loro grado di maturità.
La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e altre Normative di Riferimento
Il diritto all’ascolto dei minori, oltre che dalla Riforma Catarbia, è sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia del 1989 e dalla Convenzione Europea sui Diritti dei Minori di Strasburgo del 1996.
Questi trattati internazionali, ratificati dall’Italia, stabiliscono che i minori hanno il diritto di esprimere liberamente la loro opinione su tutte le questioni che li riguardano e che tale opinione deve essere adeguatamente presa in considerazione in base alla loro età e maturità.
Le azioni intraprese e la mancanza di ascolto
Nonostante queste previsioni normative, il Tribunale di Sassari, dopo aver autorizzato l’iscrizione dei ragazzi in Sardegna, non ha ancora disposto l’ascolto dei minori, nonostante la richiesta sia stata avanzata più volte in giudizio. L’avvocato Igor Turco ha sollevato la questione anche davanti al Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza della Sardegna, Carla Puligheddu. Tuttavia, il Garante, che ha tra le sue funzioni quella di accogliere segnalazioni di violazione dei diritti dei ragazzi e di vigilare sull’applicazione delle convenzioni a tutela dei minori, non ha accolto la richiesta di sentire i due fratelli.
Una situazione da risolvere al più presto
La situazione dei due ragazzi, che continuano a vedere il loro desiderio e diritto di essere ascoltati ignorato, evidenzia una grave lacuna nel sistema di tutela dei minori. Non solo il diritto di esprimere la propria opinione è fondamentale per il benessere psicologico dei ragazzi, ma è anche un diritto sostanziale sancito dall’art. 473-bis.4 c.p.c. oltre che da normative internazionali. È necessario un intervento immediato per garantire che i diritti dei minori siano rispettati e che la loro opinione sia presa in considerazione nelle decisioni che riguardano la loro vita quotidiana e il loro futuro.