Il Faccia a faccia televisivo di cui ormai si parla da tempo tra Giorgia Meloni e Elly Schlein sui temi per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno non è gradito agli alleati. Perché, come sottolineano, la legge sul par condicio dice che va dato spazio a tutti i leader.
Il proporzionale
Cosa c’è di male se gli esponenti di due coalizioni si fronteggiano? C’è che non ci sono coalizioni e ognuno corre per sé poiché il sistema è basato sul proporzionale. Il M5S e AVS hanno intenzione di ricorrere all’AgCom. Da Giuseppe Conte arriva un laconico: “aspettiamo la pronuncia del garante”. Da Nicola Fratoianni (Si) e Angelo Bonelli (Verdi), il commento è che il duello è una presa in giro e una truffa per gli elettori”. I due leader richiamano al rischio di “condizionare” il voto e insieme ad altri gruppi parlamentari starebbero valutando il ricorso all’AgCom.
Da Forza Italia le perplessità sono le medesime. Antonio Tajani dice chiaramente che “non esistono leader di serie A e leader di serie B”. Ma che sarebbe più corretto fare all’americana con tutti i leader in campo.
Precedenti e possibili alternative
Ci sono dei precedenti su questo tema. Il garante, nel 2022 aveva bocciato il duello televisivo Letta-Meloni e il confronto era finito in streaming.
Una soluzione potrebbe essere quella di dar spazio a tutti, organizzando più dibattiti, ma è già trasparito che questa possibilità non piaccia. In particolare proprio a Tajani.
Il “campo di battaglia”
Ammesso che si arrivi ad un accordo, questo confronto dovrebbe tenersi l’ultima settimana di maggio e il moderatore più accreditato candidato all’evento è il giornalista Bruno Vespa. Se confronto televisivo ci sarà, nel rispetto della Par condicio saranno applicati tempi “millimetrici” per non favorire nessuna delle due leader, entrambe candidate per l’Unione europea.
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