10 febbraio 1947 -10 febbraio 2020
di Maria Cristina Marocchi
Negli anni ha dedicato moltissimo tempo a questa situazione, conoscendo persone che anche loro vogliono la verità, come ad esempio lo Storico Giuseppe Parlato, Marino Micich, altro figlio di esuli. A febbraio l’associazione Movimento Nazionale Istria Fiume e Dalmazia ha conferito alla signora una medaglia per il suo impegno nel ricordare i fatti gravi accaduti subito dopo la seconda guerra mondiale nelle terre di cui abbiamo parlato. Uno dei diversi libri è stato recensito da noi: Rose per l’Istria, Fiume e la Dalmazia della BookSprint Edizioni, con la prefazione di Maurizio Belpietro. Di questo testo ne ha parlato Barbara Palombelli a Forum lo scorso anno, complimentandosi con l’autrice che ha tanto faticato per ritrovare la verità e facendo presente che questa pagina di storia deve essere presente nei libri scolastici. Ha ricordato al pubblico proprio la tragica fine di molti militari nei campi di concentramento per malattie, per torture e per fucilazioni dopo processi sommari, come Domenico Grossetti, un parente della scrittrice, poliziotto presso la Questura di Fiume, che venne arrestato il 3 maggio 1945, e fucilato il 16 giugno successivo, unitamente ad altri poliziotti che avevano un’unica colpa: Essere Italiani!
Quest’anno l’evento del ricordo a Monterotondo è stato effettuato la mattina di domenica 9 febbraio al “largo martiri delle foibe” con oltre cento presenze. L’evento è stato organizzato da più persone che negli anni precedenti avevano realizzato singolarmente “il ricordo” e ora insieme hanno notato che veramente l’unione fa la forza. Presente anche il sindaco della vicina Palombara Sabina, Alessandro Palombi, che nel 2012 ha inaugurato nel suo paese una piazza con monumento dedicato ai martiri delle foibe. Fabio Federici, Bruno Gramuglia, Simone Di Ventura, Mirko De Dominicis, Maria Antonietta Marocchi, Giovanni Marocchi, Marco D’Andrea, Valentina Salvi, Alessandro Scaramuzza e tantissimi altri i partecipanti che hanno sfilato in coda per onorare la memoria delle vittime e degli esuli restituendo loro un pugno di terra in modo simbolico. Lettura di ricordi e testimonianze di esuli e discendenti hanno anticipato la classica donazione di una corona e di mazzi di fiori sistemati sotto la targa del piazzale dedicato ai martiri.
Pubblicato su ” I FATTI Area Metropolitana” Edizione di Marzo 2020