Con la Manovra di Bilancio gli esponenti dell’esecutivo di governo hanno gridato ai quattro venti quanto fossero stati concentrati nella tutela delle donne, delle madri e perfino dei bambini. Il carosello in tv dei vari volti della maggioranza che c’è stato (e ancora continua) non fa altro che ricordare agli italiani quanto questa Legge di bilancio sia stata un successone per le famiglie. Specialmente per quelle più povere, tengono tutti a sottolineare.
Siamo tutti felici e contenti ma qualcosa non torna
Già, qualcosa non torna perché nella Legge di Bilancio è previsto un “ritocchino” all’Iva proprio per quei prodotti che interessano le donne, le mamme e i bambini, quindi direttamente le famiglie.
Sono le famiglie con figli piccoli infatti che saranno soggette a subire un aumento dell’Iva proprio su quei prodotti indispensabili. Questo esecutivo di governo nella precedente Manovra tagliò l’Iva su assorbenti, pannolini e altri prodotti per l’infanzia dal 10 al 5%. Il taglio dell’Iva su prodotti e servizi per l’infanzia era infatti uno dei cavalli di battaglia del centrodestra in campagna elettorale. Poi l’inflazione si è “mangiata” il beneficio, e… pazienza! Ma ora il governo decide che l’Iva debba essere innalzata al 10% per questi prodotti, muore così uno dei cavalli di battaglia del centrodestra.
Meloni contro Meloni
Un governo che rema controcorrente rispetto al “carrello tricolore” del governo stesso, giacché dal prossimo gennaio l’Iva passerà dal 5 al 10% sui prodotti essenziali per l’igiene femminile. (Assorbenti, tamponi, coppette mestruali). Tutti questi prodotti sono ben elencati nell’articolo 11 dedicato alle imposte.
I figli costano
I genitori poi che dovrebbero risparmiare per il nido o che avranno le decontribuzioni per le mamme lavoratrici, dovranno al contempo sborsare più denaro per i figli. Il testo infatti prevede un aumento del 100% dell’Iva per latte in polvere o liquido destinato ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia. Stessa sorte toccherà ad altri prodotti sempre destinati ai bambini. Ossia: le preparazioni per l’alimentazione dei più piccoli, per usi dietetici o di cucina, a base di farine, semolini, amidi, fecole o estratti di malto. Salta anche l’agevolazione dell’Iva al 5% per pannolini e seggiolini per auto.
Un punto della Manovra che naturalmente non ha avuto la stessa eco di quelli che invece agevolano in qualche modo le famiglie. Ma questo è strategicamente prevedibile. L’obiettivo dei governi, qualunque essi siano, è di apparire in una certa maniera e di infondere l’impressione di far bene per il cittadino.
Decontribuzione
Per quanto riguarda poi la decontribuzione delle mamme lavoratrici, questo è previsto solo per le mamme dipendenti, quindi non titolari di partita iva. Questo punto è opinabile poiché sono tantissime le mamme che si trovano a fare dei lavori dove il commissionante impone loro l’apertura di una posizione Iva. Ci sono poi quelle famiglie dove solo il padre produce reddito, quindi potenzialmente meno ricche di quelle dove a lavorare sono moglie e marito. Per queste ovviamente non è prevista alcuna decontribuzione, ma i costi per il figlio debbono comunque sostenerli come le altre famiglie. Quindi perché non pensare ad una decontribuzione al genitore, padre o madre, in presenza di un figlio piccolo, magari fissando un tetto al reddito. Sarebbe stato un provvedimento più equo ed equilibrato per ogni nucleo familiare dove c’è un bambino.
Foto: salerno.occhionotizie.it