Il governo aumenta le accise, cosa cambierà alla stazione di servizio

Un nuovo colpo basso per gli italiani: arriva il famigerato “riallineamento” delle accise su benzina e diesel, un eufemismo che nasconde l’ennesimo salasso ai danni dei cittadini. La commissione Finanze del Senato ha dato il via libera a un parere che spiana la strada a un aumento delle accise. Il pretesto è di “considerare l’impatto ambientale ed economico dei carburanti”, destinando le risorse al trasporto pubblico locale. Una misura che in realtà si tradurrà in un immediato aumento dei prezzi alla pompa.

La reazione è stata esplosiva, con partiti di opposizione e associazioni dei consumatori sul piede di guerra: è evidente che i costi per gli automobilisti saliranno, colpendo in particolar modo chi già fatica a far quadrare i conti.

“Meloni, da paladina anti-accise a Miss Salasso”

“Con il solito gioco delle tre carte, il governo, dopo aver negato per settimane questa possibilità, aumenta le accise sul diesel”, tuona Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato. “Un governo che prima giura di non toccare le tasse e poi, disperato, si rifà sugli automobilisti e sulle imprese per raccattare qualche spicciolo”

Il senatore M5S Marco Croatti rincara la dose: “Mentre una famiglia su tre non riesce a pagare le bollette, la maggioranza di centrodestra autorizza nuovi aumenti sulle accise. Il cosiddetto riallineamento benzina-diesel è solo un altro modo per gravare ulteriormente sugli italiani. Giorgia Meloni, che nel 2022 gridava contro le accise, oggi si trasforma in ‘Miss Salasso’, pronta a colpire i cittadini con nuove stangate. Per le armi si trovano sempre soldi, ma per ridurre il costo dei carburanti ci si limita a promesse vuote”.

Quanto peseranno le nuove accise sulle tasche degli italiani?

Il Senato ha chiarito che l’aumento delle accise avverrà gradualmente, “con apposito decreto interministeriale” e ammonterà a “1-2 centesimi al litro.” Un dettaglio che non basta a calmare le polemiche: secondo il Codacons, anche un incremento di appena 1 centesimo significherebbe una stangata di 245 milioni di euro a carico dei proprietari di auto diesel.

In Italia, il 41,5% delle vetture è alimentato a gasolio. Per 16,7 milioni di auto diesel, un aumento di 1 centesimo si traduce in un costo extra di circa 0,61 euro per un pieno da 50 litri. Su base annuale, il peso complessivo salirebbe a 490 milioni di euro se l’aumento fosse di 2 centesimi. Una vera e propria tassa occulta, mascherata da politica ambientale, che non fa altro che aggravare le già pesanti difficoltà economiche degli italiani.

Il messaggio è chiaro: pagare

Secondo le opposizioni, la politica del governo Meloni si conferma implacabile nei confronti dei cittadini. Di fronte a rincari energetici e difficoltà crescenti, l’unica risposta sembra essere quella di spremere ancora di più famiglie e imprese. Un “riallineamento” che somiglia più a una condanna economica per chi usa l’auto per vivere.

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