Finisce a Fiumicino l’avventura de “el ‘niño pijo“, all’anagrafe Alex Di Francesco, il 35enne italo-spagnolo latitante da tempo, sul quale pende un mandato d’arresto europeo.
Bloccato mentre era in auto
Sull’esperto scassinatore, arrestato venerdì 11 ottobre a Fiumicino la Spagna aveva emesso un mandato d’arresto europeo dopo la sentenza di condanna alla pena detentiva di 6 anni di reclusione. Il reato per il quale gli era valsa la condanna era naturalmente: furto con scasso. Di Francesco era a bordo della sua auto, nel Comune di Fiumicino, quando è stato bloccato. Già da un po’ di giorni le forze dell’ordine erano sulle sue tracce grazie alle indagini della Digos. L’uomo risultava residente nel Comune di Roma, ma in realtà non ci abitava, o per lo meno, non risultava esserci mai.
Una “carriera” leggendaria
I media spagnoli scrivono di lui: “el ‘niño pijo’ que se convirtió en el ladrón de cajas fuertes número uno de España”. Cioè: il ragazzo viziato che è diventato il miglior ladro di casseforti in Spagna. E’ ritenuto maestro dell’ossicombustione, la tecnica di bruciare l’acciaio e il ferro delle casseforti con una fiamma ossidrica, fino all’apertura. Grazie alla sua capacità, avrebbe avuto diversi legami con esponenti della criminalità spagnola. Con questi, avrebbe commesso numerosi colpi anche in altre città d’Europa, come Francoforte e Berlino.
Dalle descrizioni della stampa spagnola “el ‘niño pijo” viene descritto arrogante, tatuato e amante del lusso. L’uomo ha collezionato diversi arresti, sebbene appartenga ad una famiglia benestante. Le sue imprese criminali lo hanno reso piuttosto conosciuto nel mondo dei furti con scasso.
Arrestato in Germania
E’ stato arrestato nel 2019 in Germania, nell’ambito dell’operazione “Speer”. Ad incastrarlo: la prova del suo Dna rilevato sulla scena del crimine. In quell’occasione sarebbe riuscito a rubare, insieme ad altri quattro complici, una grossa somma di denaro custodita nella cassaforte di un lussuoso hotel.
Alex Di Francesco si trova ora nel carcere di Regina Coeli, a disposizione della sezione penale della Corte d’appello di Roma, competente per la procedura di estradizione.
Foto radioroma.it