Il sogno infranto dei bus elettrici, un furto a Portonaccio e salta tutto

Roma, un furto di cavi di rame al deposito di Portonaccio e l’attesa dei bus elettrici si allunga ancora. L’annunciata svolta ecologica che avrebbe trasformato il trasporto pubblico della Capitale è diventata l’ennesima promessa svanita nel nulla. I nuovi bus elettrici, presentati con grande clamore lo scorso dicembre dal sindaco Roberto Gualtieri, avrebbero dovuto iniziare il loro viaggio il 20 gennaio.

Le strade della Capitale non ne hanno visto neanche uno, nessun motore silenzioso, nessun cambiamento epocale. Solo un’attesa che si protrae e un’amara verità: dietro il ritardo, purtroppo c’è una causa di forza maggiore, un furto clamoroso che ha mandato in frantumi ogni piano.

Un colpo da manuale ferma il futuro di Roma

Roma e il tempo, un duello infinito. Il progetto era chiaro e ambizioso: 110 autobus elettrici pronti a cambiare il trasporto cittadino. Ricaricati grazie a un’infrastruttura moderna installata nel deposito di Portonaccio. Ma qualcosa è andato storto, prima, i soliti ritardi nei lavori di elettrificazione, poi, quando tutto sembrava ormai pronto per il grande debutto, è arrivato il colpo di scena. Un furto notturno, che porta via metri e metri di cavi di rame. Un’azione rapida e devastante, che ha lasciato il deposito senza alimentazione e senza elettricità, i bus restano fantasmi di una rivoluzione mai iniziata.

L’assessore alla Mobilità

Eugenio Patanè, assessore alla Mobilità, ha cercato di rassicurare i cittadini con un video pubblicato sui social. La domanda però, riecheggia sempre più forte: quanto ancora si dovrà aspettare per vedere il futuro diventare realtà?

Roma a emissioni zero… si, ma quando?

L’idea di una città più green non è stata abbandonata. Il Comune e ATAC puntano a un futuro che entro il 2027 dovrà vedere il 70,6% dei mezzi elettrico, ibrido o a metano. Un piano che prevede:

  • La drastica riduzione dei bus diesel, che scenderanno dal 56% al 29,4% della flotta.

  • L’eliminazione dei veicoli più inquinanti, con l’addio definitivo ai mezzi inferiori alla classe ambientale Euro 6.

  • L’introduzione massiccia di bus elettrici, che rappresenteranno quasi il 30% della flotta.

I nuovi mezzi saranno distribuiti tra i depositi di Piazza Ragusa, Portonaccio, Tor Sapienza, Trastevere e Grottarossa. Ma tutto questo resta solo un progetto sulla carta, un traguardo ancora irraggiungibile. Perché prima di tutto, c’è un ostacolo enorme da superare: riattivare il deposito di Portonaccio e far partire quei primi 110 autobus. Per adesso, restano immobili, prigionieri di un destino beffardo e Roma aspetta.

Foto: federmobilita.it