Lo scorso 12 dicembre il Ministro Salvini impose la riduzione dello sciopero dei trasporti del 15 dicembre, a 4 ore anziché alle 24 ore ricorrendo alla precettazione dei lavoratori del trasporto pubblico. Oggi, 28 marzo, la sentenza del Tar Lazio annulla quell’ordinanza che considera: “affetta da violazione di legge e da eccesso di potere per carenza di presupposto, con riferimento alla fase di impulso dell’esercizio del potere”.
Le ragioni del Tribunale
La sentenza ha accolto due ricorsi presentati da diverse sigle sindacali. Il Tribunale si è soffermato sui requisiti di necessità e urgenza che fondano il potere di impulso ministeriale. Non esisteva infatti pericolo grave e imminente di pregiudizio dei diritti, tale da giustificare il provvedimento di precettazione.
La conclusione dei sindacati
Il Tar stabilisce che l’intervento del ministro dei Trasporti per essere legittimato avrebbe dovuto prevedere ragioni di necessità e urgenza. Nessuna indicazione in tal senso era invece tuttavia rinvenuta nel provvedimento. Il dicastero ha imposto la propria valutazione a quella dell’autorità di settore, alterando il vigente assetto regolatorio in materia.
Il segretario nazionale Cub Trasporti, Antonio Amoroso ha dichiarato: “Salvini, con il suo intervento a gamba tesa su uno dei diritti fondamentali previsti dalle leggi vigenti nel nostro Paese, ha beffato un’intera categoria di lavoratori”. “Con la scusa dell’aumento del traffico nelle grandi città per gli acquisti prenatalizi, ha ordinato la riduzione della mobilitazione a 4 ore. Malgrado la assoluta regolarità, certificata anche dalla Commissione di garanzia, della proclamazione effettuata nel rispetto delle previsioni della Legge 146/90, che limita fortemente l’esercizio del diritto di sciopero in Italia più che in altri Paesi europei”.
La Lega
I deputati del Carroccio in Commissione Trasporti con una nota congiunta definiscono la decisione dei giudici come una “forzatura”. Nella nota è scritto: “Per il Tar, evitare che il Paese intero si bloccasse e che milioni di italiani rimanessero a piedi è un “eccesso di potere”. Per noi, la decisione del tribunale amministrativo regionale del Lazio, invece, è una forzatura contro il buonsenso. Il ministro Salvini si è impegnato a ridurre uno sciopero per garantire il diritto dei pendolari e di tutti i cittadini a circolare liberamente, permettendo loro di poter usufruire dei mezzi pubblici. Questa è la linea e non cambierà. Siamo intenzionati a tutelare gli italiani, non il weekend lungo di Maurizio Landini”.
Lodevole preoccupazione per i pendolari ma…
Sebbene sia carina la battuta sul week end di Landini, c’è da considerare che la tutela dei pendolari descritta nella nota, appare essa stessa una forzatura. Lo sciopero infatti prevede le cosiddette fasce di garanzia proprio per evitare che pendolari o cittadini restino a piedi. Le fasce, garantiscono il servizio fino alle 8,30 e dalle 17,00 alle 20,00 garantendo appunto la mobilità di chi deve raggiungere i luoghi di lavoro e il ritorno a casa.
Foto tratta da TPI