Un percorso lungo e complicato quello che ha visto protagonista il giovane Taha Semati.
Scappato dalla guerra in Libia quando aveva solo 16 anni per venire in Italia e continuare a giocare a calcio cosa che faceva anche a alti livelli nel suo paese. Lui è un centrocampista di 24 anni che ha cominciato militando nelle fila dell’Hittihad, una squadra prestigiosa in Libia venendo convocato anche nelle nazionali giovanili.
L’arrivo in Italia non è stato dei più semplici, qui però a aiutarlo c’era suo cugino Hisham. Riuscire a fare i documenti, come succede a tanti, non è stato semplice ma nel 2015 finalmente ci riesce e trova squadra a Taggia in promozione. L’anno successivo passa all’Ospetaletti dove si distingue tra i migliori.
In questo momento si sta allenando con l’aiuto di Younes Chaf tecnico dell’Under 14 dell’AIK Stockholm, e diverse squadre italiane si stanno interessando a lui. Resta da risolvere il problema del tesseramento visto che le squadre italiane di serie B e C non possono tesserare extracomunitari a meno che non siano già professionisti o abbiano il passaporto italiano. Un limite che sta costringendo tanti giovani talenti a andare fuori con la speranza di potere trovare squadra.
L’auspicio anche di Younes Chaf è quello che: “Mi auguro che presto questa situazione in Italia si sblocchi in modo da dare possibilità anche a calciatori di diverse nazioni. Io sono figlio di marocchini ma mi sento italiano avendo vissuto la mia vita qui. Nella squadra che alleno in Svezia ci sono 12 ragazzi tutti di nazionalità diversa e non c’è nessun tipo di distinzione”.
Nelle foto: Taha Semati e Younes Chaf