INPS, Bonus stagionali 2400 euro e Partita Iva 3000 euro in arrivo: come fare domanda e requisiti

n attesa dell’approvazione finale del DL Sostegno, le bozze finali hanno ormai delineato il pacchetto di aiuti per il 2021, che saranno erogati, come riporta trendonline.com, alle attività e ai lavoratori colpiti dalla dura crisi che stiamo vivendo.

È stata prevista una massiccia erogazione di contributi a fondo perduto per aiutare le Partite Iva che hanno subito un calo di fatturato tra il 2019 e il 2020.

Ma la vera novità dei Ristori 2021 è un bonus dell’importo di 3000 euro che dovrebbe essere pronto a fine aprile; un indennizzo per risarcire le attività dalle restrizioni e le chiusure imposte nei primi tre mesi de 2021.

Il bonus, nei piani, dovrebbe essere indirizzato ad una platea enorme dagli autonomi con e senza Partita Iva ai lavoratori stagionali, dello spettacolo.

Vediamo nel dettaglio i requisiti e tutte le categorie che potranno ricevere questo bonus dallo Stato.

Chi ha diritto al bonus?
L’idea di istituire un bonus a sostegno non solo dei titolari di Partita Iva, ma anche dei lavoratori stagionali e degli autonomi a prestazione occasionale, era già nei piani del vecchio governo Conte bis con il Decreto Ristori 5.

Ad annunciarlo fu l’ex-ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che aveva parlato proprio di un bonus da 3.000 euro per i lavoratori occasionali e stagionali.

Il contributo servirà a risarcire le attività e gli stagionali per le perdite di gennaio, febbraio e marzo 2021. L’importo del bonus dovrebbe corrispondere a 1.000 euro per ogni mensilità, quindi un totale di 3.000 euro.

Non è ancora chiaro se gli importi saranno uguali per tutti, sono infatti circolate nei giorni scorsi alcune indiscrezioni secondo cui la cifra potrebbe essere diversa per i titolari di Partita Iva. Questi infatti avrebbero diritto al bonus pieno di 3.000 euro, mentre c’è la possibilità che i lavoratori occasionali sprovvisti di Partita Iva e gli stagionali ricevano un importo minore, pari a 600 euro al mese, per un valore complessivo di 2.400 euro.

Ad ogni modo, lo ripetiamo, se l’erogazione del bonus è certa, quest’ultima informazione ha ancora il carattere di una notizia non ufficiale. Sarà solo l’arrivo del DL Sostegno nella sua stesura finale a toglierci ogni i dubbio.

Nel frattempo, messe da parte le Partite Iva, il bonus sarà a disposizione anche delle seguenti categorie nello specifico:

i lavoratori autonomi e occasionali che non hanno Partita IVA;
i lavoratori dello spettacolo, che siano iscritti al Fondo pensioni dei lavoratori dello spettacolo;
i lavoratori intermittenti;
i lavoratori del settore turistico e degli stabilimenti balneari e termali;
i lavoratori che effettuano vendite a domicilio.
Una platea piuttosto ampia che non lascia fuori nessuno. Le fonti governative hanno anche fatto sapere che l’intenzione è di fare in modo che il bonus sia disponibile già ad aprile. Non ci resta che aspettare!

Il bonus ad ogni modo sarà erogato dall’INPS, questo fa prevedere che per la domanda di richiesta si userà la procedura classica, ovvero la richiesta sarà inoltrata autenticandosi sul portale dell’INPS oppure facendosi aiutare dai CAF e Patronati.

Contributo a fondo perduto per Partita Iva
I pacchetti di aiuti rivolti ai soli titolari di Partita Iva prevedono anche l’erogazione di un contributo a fondo perduto, per chi sia in grado di dimostrare che dal 2019 al 2020 ha subito un calo di fatturato, almeno del 33%, cioè di un terzo.

Anche su questo fronte il governo Draghi ha previsto grandi novità allargando la schiera degli aventi diritto. Il contributo a fondo perduto non sarà più erogato tenendo conto del codice ATECO di appartenenza, ma lo riceveranno tutte le Partite Iva senza distinzione, compresi i liberi professionisti.

Anche il calcolo della perdita di fatturato presenta modifiche rispetto ai precedenti ristori. Nel 2020 il calcolo della riduzione di fatturato veniva fatto mettendo a confronto i mesi di aprile del 2019 e di aprile del 2020. I ristori 2021 prevedono invece che si tenga conto del calo di fatturato annuo subito e non del solo mese di aprile.

Il contributo a fondo perduto avrà un importo massimo di 150.000 euro e minimo di 1.000 euro. Per calcolare l’importo si terrà conto di quattro fasce di fatturazione, calcolate sulle entrate del 2019:

il 30% per i fatturati sotto i 100.000 euro;
il 25% per i fatturati tra 100.001 e 400.000 euro;
il 20% per i fatturati tra 401.000 e 1 milione di euro;
il 15% per i fatturati tra 1 milione e 5 milioni di euro.
Qualora non fosse possibile determinare il calo di fatturato, per mancanza di dati, il governo ha fatto sapere che sarà comunque erogato l’importo minimo di 1.000 euro alle persone fisiche e di 2.000 euro ai soggetti diversi dalle persone fisiche.

Bonu Iscro: la CIG per Partita iva
Ma per i titolari di Partita Iva le buone notizie non finiscono qui. La Legge di Bilancio 2021 ha infatti istituito quella che potremmo definire la prima cassa integrazione per Partita Iva: il bonus ISCRO (l’Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa).

La misura sperimentale, che sarà in vigore, per ora, dal 2021 al 2023, assegna dai 250 agli 800 euro mensili ai titolari di Partita Iva che hanno subito perdite a causa dell’emergenza Covid-19.

Anche in questo caso dell’erogazione dei contributi si occuperà l’INPS e la cifra sarà pari al 25% di quanto dichiarato negli ultimi sei mesi.

I requisiti per presentare domanda sono stati delineati:

avere un Partita Iva aperta da almeno 4 anni;
essere iscritti alla Gestione separata INPS e non ad altri istituti previdenziali, come quelli degli ordini professionali;
avere un ISEE, nell’anno in cui si richiede il contributo, che non superi gli 8.145 euro;
aver regolarmente versato i contributi previdenziali obbligatori;
il fatturato dell’anno in cui si fa richiesta del bonus, dovrà essere almeno del 50% inferiore alle entrate degli ultimi tre anni.
Il bonus prevede inoltre che il titolare di Partita Iva beneficiario segua i corsi di formazione organizzati dall’Anpal. In caso in cui il beneficiario manchi a questi appuntamenti l’erogazione del bonus sarà sospesa.

Le domande per l’agevolazione dovrebbero aprirsi a giorni. Nel frattempo è stato chiarito che le richieste dovranno essere presentate entro il 31 ottobre di ogni anno.

Aumento delle tasse contributive nel 2021
Ad ogni in modo, quest’ultima misura che prevede l’istituzione di una cassa integrazione per Partita Iva, ha una doppia faccia, poiché i finanziamenti necessari sono stati reperiti aumentando le tasse contributive del 2021.

L’aliquota contributiva che i titolari di Partita Iva sono tenuti a pagare subirà infatti un aumento, cosa che ha lasciato di malumore soprattutto quei lavoratori autonomi che non hanno i requisiti per il bonus, ma che dovranno comunque pagare l’aumento.

Gli aumenti sono già stati pubblicati sul sito dell’INPS, che ha previsto per il 2021 le seguenti aliquote:

aliquota contributiva del 25%, per i costi di pensione e invalidità;
aliquota aggiuntiva dello 0,72%, per congedo parentale, malattia, maternità e assegni familiari;
aliquota aggiuntiva dello 0,26%, per i fondi del bonus Iscro nel 2021. Mentre, nel 2022 e 2023 questa aliquota addizionale sarà pari allo 0,51%.
Stando alle tabelle di riferimento pubblicate dall’INPS, i titolari di Partita Iva nel 2021 pagheranno un’aliquota totale, pari al 25,98%. Nel 2022 e 2023 la percentuale salirà al 26,3%.