Ci verrebbe da dire, Il re è nudo. Riportiamo le parole di Guglielmo Loy e le accuse allo Stato. Parole dure, quelle di Guglielmo Loy, presidente del consiglio di indirizzo e vigilanza Inps, sconcertato per come l’Inps abbia gestito le richieste degli italiani in maniera tanto fallimentare.
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Insiste poi, che in un paese normale, Pasquale Tridico, presidente Inps, si sarebbe già dimesso, dice lo stesso Guglielmo Loy. La colpa è della politica che non ha saputo gestire al meglio la situazione e non ha previsto il disastro del click day e del bonus lavoratori.
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Sarebbe stato utile avvertire tutti i richiedenti, Insiste Guglielmo Loy, che non sarebbe mai stato possibile resistere al collasso e che troppe domande sarebbero state un onda d’urto in atto mai calcolata.
Nessuno ha avuto il coraggio di dire agli Italiani che avrebbero dovuto attendere, senza accalcarsi davanti alle proprie richieste.
La scrittura della norma è fallace, e quando si dice che il bonus verrà riconosciuto fino alla disponibilità delle somme stanziate, si capisce che chi arriva prima, meglio alloggia. E si crea l’intasamento.
Tridico disse sin dall’inizio che c’erano i soldi solo per pagare le pensioni fino a maggio 2020. Una dichiarazione fuori luogo che ha scatenato il panico e che ha costrutto l’inps a fare marcia indietro. Come ciliegina sulla torta, arriva poi l’attacco Hacker, sulla quale la Polizia sta indagando, che è servito comunque a insabbiare l’enorme falla del sistema.
Guglielmo Loy continua “Purtroppo viviamo in una fase in cui la politica e i governi vogliono tutto e subito,e che soprattutto, il carico nei confronti dell’Inps è stato troppo, e che l’Agenzia delle entrate avrebbe dovuto supportare l’Inps.
C’è da aggiungere poi, che l’80% dei rapporti tra Inps e cittadino sono mediati da Soggetti terzi come caf e patronati, e che molti non sono capaci ad utilizzare il sito. Tutto questo è stato un modo di prendere le decisioni in fretta e in furia solo per giocarsi la campagna elettorale. Loy conclude secondo il suo punto di vista che “L’amministrazione dell’Inps è buona, ma è troppa soggetta alla politica. Serve più autonomia per poter dire fino a che punto si può arrivare.
Io sono convinto che il compito dell’Inps sia quello di gestire le pensione e i 230 miliardi di contributi annui che incassa. Le politiche di inclusione dovrebbe farle qualcuno altro. I politici, però, la pensano diversamente. E questo genera tensioni. Oltre ai problemi a cui stiamo assistendo”.